Ci sono diverse cose che nell’attuale prospettiva, sul medio e breve termine, non quadrano assolutamente. Pertanto, libero da ogni condizionamento evolutivo, mi appresto a chiudere la “forbice” previsionale e procedere di logica.
Dobbiamo ricondurre tutto, per ottenere una via d’uscita che non si presenti a 2 o 3 variabili, all’esposizione iniziale che vede una depressione, causa un flusso d’aria fredda entrante in una prima fase dalla fossa del Rodano, formarsi orograficamente sul Golfo ligure.
Definiamo ciò come: punto di partenza.
Tralasciamo, per un attimo lo “scompiglio” che questo “batter d’ali” ha causato nella disposizione pressoria in area Mediterranea e procediamo solo con l’analisi di detta Lp.
Un vortice che si forma seguendo la disposizione dei rilievi, quindi orografico, è naturalmente segnato e caratterizzato dal processo “impositivo” che l’orografia pone, come via obbligatoria, nei confronti dell’evoluzione (percorso) che detta figura compie.
Essa in effetti richiamando nei bassi strati aria più fredda, data la sua rotazione antioraria, da NE e obbligando una ritornante mite a scorrere sopra di essa, inizia la sua “trottola” incentrica.
Tale disposizione delle correnti hanno una caratteristica di spinta, accelerazione progressiva molto forte, che si sviluppa dal suo punto di origine per “dipanarsi” in direzione ESE.
La caratterizzazione di questo tipo di depressioni è quella di non essere vincolate, nella stragrande maggioranza dei casi, da similari strutture in quota. Il suo percorso segue itinerari ben precisi e non trova necessariamente delle corrispondenze verticali.
La natura di tale vortice è nettamente superiore ad ogni altro elemento di disturbo. Quindi se nascerà, come sembra prospettarsi da processi fisici basilari, come orografica, il suo cammino rispetterà la sorte di mille altri percorsi passati.
Una prima stasi sulle regioni nord-occidentali con fenomeni anche nevosi a quote basse, poi successivo trasferimento, quindi apertura maggiore dell’aria fredda entrante da NE, sulle regioni centrali con possibilità di precipitazioni nevose a quote medio basse.
Questa è il normale “iter” di una depressione che nasce per effetto dell’orografia.
Se poi, molti modelli indicano, alla quota di 850 hpa (circa 1550 mt.) un blando riscaldamento, che mai supera la soglia degli 0°C, questo è a testimonianza di un marcato contrasto termico. Aria relativamente più mite sopra quella quota e flussi nettamente più freddi a partire da quella quota e verso il suolo.
Sono elementari considerazioni che derivano da una supposizione. Quella depressione ha un carattere orografico o no?
Il mio parere è chiaramente: SI!