Con estrema ansia, da alcuni mesi a questa parte, stiamo aspettando un cambiamento della circolazione atmosferica inerente il settore europeo (fine della persistenza). Più volte ci siamo espressi circa “il quid” che mancava ed è mancato, quindi ha soprattutto caratterizzato questo primo scorcio di inverno: una circolazione depressionaria, chiaramente “circoncisa” nelle regioni polari e soprattutto riferita al quel “maledetto vortice freddo” che non voleva cedere alcun passo e nulla alle leggi della termodinamica.
Ora?
Certo, per rigore osservativo, non possiamo spingerci certo i limiti “dell’impossibile”, cfr carta a 850 hpa inserita; ma possiamo cogliere, anche in maniera non forte, che l’espressione “inverno”, sebbene tardiva, possa trovare agio e luogo in un rallentamento della “trottola” Artica.
Abbiamo sovente raccontato di un Hp che non era e non si è mai mostrato reattivo, quindi abbiamo colto , in maniera confusa, i suoi “ciclici” mutamenti, ma non è stato sufficiente.
Ora, analizzando in maniera molto scriteriata e quasi “forzata”, l’andamento delle correnti nell’alta tropopausa, possiamo “diagnosticare” quale sarà il principale fautore di questa inversione di tendenza.
Descriverlo in “ore previsionali” sembra impossibile, ma tutta l’attività del vortice polare, castigato per giorni e giorni in zone artiche, ora sembra voler scindersi e mostrare la sua reale influenza in un “Europa” che l’inverno, a tutt’oggi, non lo ha mai neanche “sfiorato”.
Vorrei solo concludere, oltre l’ottimismo ed il pessimismo di certe affermazioni, che la rivincita, “tardiva ed invernale”, sarà solo causa di un’ingerenza russa, molto più probabile di ogni altra soluzione.
L’auspicabile cambiamento verrà proprio da quelle “anse fredde” euro – asiatiche che ci compenseranno, in parte, da ciò che non abbiamo avuto, né tanto meno “pensato”.
L’anticiclone “forte”, ora possiamo determinarlo con approssimativa certezza, verrà “finalmente” relegato al suo “ruolo” solo dalla fine di una persistente fase atmosferica che ha raggiunto i suoi massimi storici. Sono sempre più convinto che questo inverno freddo, decentemente freddo, sarà
“compresso” verso la sua piena maturità (fine gennaio inizi di febbraio).
Sarà il 18 di gennaio, forse dopo, ma la “perseveranza” ha oltrepassato ogni suo “legale” limite.
Se questo possa essere un sintomo di “inverno memorabile” non lo credo (parzialmente), ma credo tuttavia, in una giusta compensazione che la “natura atmosferica” ha… ed avrà sempre nel suo DNA.