La stessa “bolla” d’aria molto mite che si spingerà tra le regioni centro meridionali e quelle del medio ed alto Adriatico, mi sembra molto significativa ed eloquente rispetto ad una situazione molto evolutiva.
Lo stesso modello rimarca ancora quella incidente saccatura, nucleo freddo alla quota di 500 hpa, che si sta scavando, per ora del tutto autonoma, tra le coste occidentali della Penisola iberica e le Baleari. La netta situazione di contrasti termici in quota sta provocando precipitazioni temporalesche sulle nostre regioni centrali.
In tutta onestà vedo la situazione molto complessa, non bastavano le miti temperature registrate nei giorni scorsi, ora e come naturale che sia, si dispone una netta risposta termica dall’entroterra africano.
Anche se la situazione, nel medio e breve termine, sembra segnata, quale sarà l’apporto del Mediterraneo nei confronti di questa “offesa” molto evidente?
Non possiamo, assolutamente, pensare che l’ingresso ti tale e fredda saccatura del vortice polare non possa produrre degli effetti instabilmente molto marcati.
Le stesso divario termico attuale, che sarebbe valutabile in circa 400 km lineari, nelle prossime ore si farà molto più accentuato ed accorcerà l’area “di impatto”.
Dobbiamo quindi attenderci a situazioni, per alcune aree della nostra Penisola, sia a levante che a ponente, marcatamente instabili che con il passare delle ore (qui ci riferiamo all’ingresso dell’aria fredda) potrebbero presentarsi sotto la forma di precipitazioni nevose, prima a quote montane, poi in progressiva discesa verso la collina medio alta.
Non sembra assolutamente importante che vi siano temperature, al suolo, così basse sul nord Europa, ma piuttosto dobbiamo rivolgere l’attenzione alla grande velocità di rovesciamento che l’aria fredda, in futuro ingresso, conduce con se.
In prima istanza, non trattandosi di avvezione fredda classica, l’aria viene pilotata da un velocissimo getto, getto polare che in brevissimo tempo riesce a raggiungere la sua “meta” e rovesciarsi di colpo al suolo. Certamente il calo termico, data la quasi verticalità dell’asse di saccatura in futura disposizione, sarà ostacolato dall’orografia delle Alpi, quindi si potrebbero anche manifestare dei marginali rialzi termici nelle regioni sottovento; in ogni caso il fattore “primario” resta l’irruzione fredda che sembra non presentare alcun ostacolo e, anche in barba all’orografia, dirompere nell’area mediterranea senza peculiari est/west shift.