Questo indice, sebbene abbia delle riguardevoli ripercussioni sul clima del nostro Continente, sta assumendo, con molta gradualità, connotati autunnali. Le oscillazioni osservate sul medio e lungo raggio, sembrano conferire che questo indice atmosferico si sta configurando attraverso una maggior morbidezza; sinuosità inerente l’oscillazione media della corda atlantica.
Questo potrebbe significare, e tutti noi ce lo auguriamo, una fase non marcatamente zonale, ma in grado di ristabilire quei valori ideali che segnano il progressivo passaggio dall’estate all’autunno.
Quello che sto scrivendo e commentando, potrebbe avere degli effetti e ripercussioni non eccessive, ma morbide , tuttavia non marcatamente zonali; ma sufficienti a riprodurre le condizioni ideali e necessarie per un più normale corso della stagione in essere.
Possiamo desumere, dall’insieme degli indici atmosferici e dalle osservazioni deterministiche che, sul lungo raggio (oltre le 144 ore), vi sono delle buone possibilità che l’Atlantico, con la sua carica umida ed instabile, possa portarci finalmente quelle precipitazioni che sono mancate da mesi e mesi.
Certamente non possiamo generalizzare, confondendo il nord della nostra Penisola con il centro sud peninsulare, ma commentare che, per un reale passaggio di staffetta, è necessario un riequilibrio non solo dei valori termici (incidenza medio-bassa), ma soprattutto di quelli in ordine alle precipitazioni.
Una stagione, transitiva, non si identifica solo con le temperature, ma soprattutto con le precipitazioni. Precipitazioni che, necessariamente, devono gradualmente ed idealmente spostarsi sulle regioni centrali (non solo quelle orientali), sino a guadagnare con estrema progressione anche quelle più meridionali.
Nella realtà e da diversi anni ciò non sembra essere stato nella piena regola, tuttavia l’inizio di questo autunno potrebbe portare sulla giusta pista quello che da anni si è mostrato assai anomalo.
Quindi, esprimendo un pensiero libero, trovo che la possibilità attuale ed in prospettiva ci possa finalmente regalare una stagione che non si allontani molto dalla regola.
Finalmente credo, anche per un lasso temporale non lunghissimo, che l’Oceano potrebbe trovare la sua giusta collocazione, tramite una distensione, auspicabile, della corda atlantica.
Quindi il ritorno naturale delle precipitazioni, non classificabili come portentose, ma possibilmente riguardanti con progressione l’intero Stivale.
Questi, e solo questi, sono gli elementi che, in vecchia memoria, caratterizzano i reali periodi di transizione.
Mi auguro solo di non assistere a certi scempi deformi, scempi che nella loro media hanno caratterizzato degli inverni assolutamente anomali (vedi nota).
Nota: mi riferisco, considerando tutti i parziali cambiamenti climatici che, nonostante tutto, una regolarità, sebbene difficile da rintracciare, si deve pur presentare nel tempo. Il resto sembra ancora una rappresentazione classificabile come: sprofondare nel buio. Buio che è oggettivamente rappresentato dalle mutazioni climatiche anche su non larga scala.