L’Europa centro-orientale sempre alle prese con il grande freddo.
Le discese di nuclei d’aria artica in quota (favorite da erezioni più o meno marcate dell’alta pressione sub-tropicale dinamica oceanica), con fasi frequenti di alta pressione specie al suolo, favoriscono forti inversioni termiche.
Incominciamo la nostra analisi odierna proprio con l’esaminare la colonna d’aria sopra la cittadina di Kaunas (osservazioni delle 00Z del 27 gennaio 2010) la seconda cittadina della Lituania per numero di abitanti, interessata dallo scorrimento in quota di un nucleo molto freddo d’estrazione artica, staccatosi dalla viva azione vorticosa polare scandinava.
Notiamo subito la presenza di valori di pressione piuttosto alti negli strati prossimi al suolo.
-23,5°C la temperatura ai 77 m. s.l.m. di Kauna, -25,3°C la temperatura di rugiada. Curva di stato che mostra valori leggermente superiori agli 850 hPa (1478 metri), -19,9°C, ma curva del dew point (valore in cui l’umidità condensa) sempre fortemente negativa, -25°C!
All’altezza geopotenziale di 500 hPa (5260 metri), ecco evidenziato il passaggio del sopra citato scorrimento gelido nella media troposfera, -41,1°C la temperatura con il dew point a -55,1°C.
Possiamo comunque osservare delle leggere ma evidenti inversioni, fasi nelle quali la temperatura con l’altezza non diminuisce o, alle volte, tende ad aumentare.
In prossimità del suolo valori molto bassi, accompagnati da un’umidità relativa piuttosto elevata (le due curve nel grafico termodinamico sopra molto vicine), indicano la possibilità della presenza di nubi basse e stratiformi che isolano il cuscinetto freddo.
Tra i 1000 e i 1500 metri ecco una nuova piccola inversione termica, con la temperatura che cresce e l’umidità che cala. Ecco che probabilmente ci troviamo dinanzi a correnti discendenti, eredità della vecchia cellula altopressoria in indebolimento (che prende il nome di inversione dinamica), evidenziato anche dal fatto che le due curve nel diagramma (di Herlofsson) tendono ad avvicinarsi nuovamente intorno ai 600 hPa, comparsa di nubi alte e stratiformi che annunciano l’avvicinarsi dell’ondulazione ciclonica scandinava.
Ed ora spostiamoci più a sud per analizzare la colonna d’aria sopra la città di Bucarest, Europa balcanica, rilevamenti delle 00Z del 27 gennaio 2010.
Grande inversione termica al suolo, con valori di 1025 hPa al momento della rilevazione sull’aeroporto della capitale rumena.
Curva di stato che segna -15,5°C per una temperatura di rugiada di -18,3°C. Le due curve molto vicine tra loro, denotano la presenza di un’umidità relativa piuttosto elevata, per un livello di condensazione forzata (LCL) che si attesta attorno ai 500/600 metri, tendenzialmente base delle nubi stratiformi.
In buona sostanza, queste nuvole segnano il limite inferiore dell’inversione termica e il loro sviluppo è reso possibile dalla differenza di vento, shear (nord nord-est al suolo – sud sud-ovest strati medio bassi). L’accelerazione del vento in quota, crea le condizioni per una divergenza d’aria che verrà colmata con il richiamo d’aria dagli strati limitrofi. In tal modo si genera convergenza d’aria al suolo, con il conseguente innesco di moti ascendenti. Se la massa d’aria è sufficientemente umida (il nostro caso), nel salire questa condenserà orizzontalmente sotto forma di strati. Infatti, le condizioni di stabilità al di sopra delle formazioni nuvolose non consentono certo uno sviluppo orizzontale delle nubi (moti convettivi). Quindi stratificazione nuvolosa al di sotto dell’inversione termica.
Per finire, una finestra aperta sul lungo termine sul nostro Paese, con le termiche a 500 hPa (5500 metri circa) previste per il 1 Febbraio.