Il considerevole rafforzamento dell’area anticiclonica in sede baltica, con massimi barici ormai prossimi ai 1040 hPa, si contrappone ad una lacuna di bassa pressione posizionata fra lo Ionio ed il Mar Libico. Sul bordo orientale di questo vasto anticiclone, fra il sud della Russia e il Mar Nero, sta scorrendo una massa d’aria decisamente fredda, che tenderà nei prossimi giorni a propagarsi con moto retrogrado verso i Balcani e l’Egeo. Ci vorrebbe così poco perché quest’aria fredda possa riuscire a penetrare in direzione dell’Italia, ma l’anticiclone continentale, combinato con un debole promontorio sub-tropicale proprio sul Mediterraneo Centrale, faranno buona guardia impedendo un tale travaso freddo fin verso le nostre regioni.
In buona sostanza giungeranno solo le briciole, se così possiamo chiamarle fin troppo generosamente: certamente si faranno sentire i venti da nord/est, attivati dal gradiente barico fra l’anticiclone nordico e i residui depressionari all’estremo Sud. La lacuna ciclonica non sarà però in grado di far da calamita per la vera aria fredda, destinata a restare arenata ad est dell’Italia. Ci attendiamo pertanto un cambiamento molto parziale del profilo termico su quasi tutta Italia, leggermente più sentito sui versanti adriatici: i valori, attualmente sopra la norma, subiranno un ridimensionamento tale da avvicinare le temperature verso i valori tipici del periodo.
La mappa in alto appare in tal senso eloquente, mostrando quella che è la variazione termica stimata, all’altezza di circa 1500 metri, entro le prossime 48 ore rispetto al contesto attuale; sull’Italia le diminuzioni si assesteranno mediamente attorno ai 2-3 gradi sulle regioni di levante, mentre saranno ben più marcati fra la Grecia, l’Egeo e la Turchia: qui si faranno sentire i riflessi dell’avvezione fredda d’estrazione russa, con termiche che crolleranno localmente anche di più di 10 gradi, per quello che sarà un piccolo assaggio invernale.