Abbiamo attraversato la fase più acuta dell’attività depressionaria polare: vuoi perché l’azione radioattiva andrà aumentando, vuoi perché i disturbi provenienti dal basso – dai piani inferiori dell’atmosfera – potrebbero accrescersi. Ma cosa si intende per disturbi? Beh, chi ci segue avrà già la risposta ma per i più distratti rammentiamo che una struttura ciclonica così fredda – gelida – tende ad andare in crisi se sottoposta ad azioni di segno opposto. Tradotto in parole povere: se arrivano pulsazioni d’aria calda il trottolone gelido è costretto a rallentare.
E’ ciò che è avvenuto prima di Natale ed è ciò che sta avvenendo in queste ore. L’Alta Pressione in formazione sulla Scandinavia porterà il caldo verso il Circolo Polare Artico, ovvero in direzione della sede naturale del Vortice. Vortice che sarà costretto a modificare la propria struttura, non mostrandoci più quella sfericità – sintomo d’ottima salute – veduta finora. Ciò innescherà la colata gelida sull’Europa orientale e una presa di vorticità a ridosso del Regno Unito.
Ma la domanda a questo punto è: cosa succederà a gennaio? Beh, al momento tutti gli indizi portano verso un terzo disturbo, quindi ad una terza pulsazione calda che potrebbe risultare ben più incisiva anche della seconda (quella attuale). A quel punto è lecito supporre una crisi profonda del Vortice, con conseguenze ancora tutte da valutare. Ma se confermata, tale tendenza deporrebbe a favore di un gennaio estremamente dinamica dal punto di vista invernale.