Chi segue i nostri approfondimenti sa che nel corso delle settimane – da ottobre in poi – abbiamo analizzato attentamente i vari pattern climatici, le dinamiche atmosferiche e lo stato di salute del Vortice Polare. In quest’ultimo caso evidenziammo, più volte, le possente anomalie in termini di fragilità strutturale. I disturbi venuti dai piani bassi atmosferici, a più riprese, costrinsero il trottolone gelido a spostarsi dalla sede di appartenenza e a una modifica morfologica importante.
Ora però, indispettito da quanto accaduto, sta per prendersi una bella rivincita. Le proiezioni modellistiche parlano chiaro: si sta rafforzando ed è un rinforzo che presumibilmente coinvolgerà quasi tutte le quote (propagandosi dall’alto verso il basso). Non facciamola troppo complicata: quando si ha un Vortice Polare compatto e ben centrato sulla verticale del Polo (come accaduto sovente nei 3 anni precedenti) è facile osservare alte pressioni persistenti a medie latitudini. Ed è quello che potrebbe accadere verso la fine di dicembre.
La domanda è: il rinforzo sarà in grado di condizionare la stagione invernale? La risposta non è per niente semplice. Quel che possiamo dirvi è che affinché ciò avvenga v’è necessità che la troposfera (i piani più bassi dell’atmosfera) sia ben disposta a ricevere il condizionamento. Ma quest’anno non sembra per nulla intenzionata. Ed ecco che la letteratura scientifica ci dice che potrebbe avvenire un processo opposto, ovvero una nuova attivazione di flussi di calore verso l’alto con destabilizzazione del Vortice. E vista l’energia accumulata, se tali dinamiche venissero confermate potremmo vederne delle belle.
Ne sapremo di più tra qualche settimana, presumibilmente entro fine mese. Due le soluzioni: che l’inverno svolti verso il nulla (persistenza anticiclonica, anomalie termiche positive, assenza di precipitazioni) o che viri con decisione verso il freddo. Toccherà pazientare ancora un po’…