Giorni fa vi proponemmo lo stesso grafico che abbiamo scelto di mostrarvi nell’analisi odierna. All’epoca lo utilizzammo per evidenziare l’incredibile forza del Vortice Polare, ovvero di quella gelida figura ciclonica che mai come quest anno si è rivelata in grado di condizionare – negativamente – il nostro inverno. In modo particolare si rimarcarono valori di temperatura sorprendentemente bassi – ai livelli più alti dell’atmosfera – e al di sotto della media di riferimento (1979-2013).
L’andamento termico stagionale è rappresentato dalla linea rossa mentre la media è colorata in verde. Come si evince facilmente, nell’ultimo periodo c’è stato un netto incremento delle temperature e ormai siamo tornati in media o giù di lì. Che significa? Semplicemente che il Vortice Polare sta mollando. E’ un processo naturale, fisiologico, ma che può essere accelerato dalle pulsazioni d’aria calda provenienti dal basso.
Pulsazioni che ci sono state, ripetutamente. Una è attualmente in atto, un’altra si verificherà nei prossimi giorni. Purtroppo per noi tali azioni sono a carico di quella che in gergo tecnico prende il nome di “Wave 1”, ovvero intrusioni d’aria calda per mano di blocchi anticiclonici pacifici. Perché purtroppo? Perché statisticamente tali azioni singole, specie se da quel lato, portano ad un allontanamento del Vortice Polare dalla propria sede e alla modifica del suo orientamento. Ma spesso con dinamiche a noi non congeniali.
Mancando l’onda 2, quella Atlantica (l’Alta delle Azzorre in elevazione verso nord, per intenderci), è più facile osservare un tipo di tempo come quello in atto: correnti zonali sparate e perturbazioni atlantiche in rapida successione da ovest verso est. Ma che accadrà ora? Beh, ora dovremo valutare attentamente quel che succederà col prossimo riscaldamento. Al momento l’ipotesi più probabile è che prosegua questo tipo di tempo, ma qualora dovesse risvegliarsi l’Alta oceanica allora potremmo vederne delle belle. Quando? Diciamo non prima del 20 febbraio. Se poi non dovesse succedere nulla neanche stavolta, andremo incontro a un naturale decadimento stagionale pur con maggiori ingerenze d’aria fredda artica nel momento in cui tutto il gelo trattenuto dal trottolone avrà modo di liberarsi dalla catene.