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Ultime dalla Stratosfera: Major Midwinter Warming, sì o no?

di Ivan Gaddari
27 Dic 2012 - 15:22
in Senza categoria
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Il Major Midwinter Warming è un processo derivante da un repentino e improvviso riscaldamento stratosferico a carico del Vortice Polare. Affinché possa essere definito Major, alla quota isobarica di 10hPa si ha una inversione delle correnti zonali fino alla latitudine di 60N. Il Major Midwinter Warming (MMW) richiede quindi non solo un forte riscaldamento stratosferico (incremento di almeno 30°C alla quota isobarica di 10 hPa) e l’inversione del gradiente meridionale di temperatura, ma anche un cambiamento totale della circolazione polare (antizonalità) attraverso lo split o il displacement del VPS.

Chi frequenta gli ambienti meteorologici, principalmente in rete, ne avrà certamente sentito parlare. Accesa si sta rivelando la disputa tra chi sostiene che l’inverno mostrerà il meglio di sè da metà gennaio, causa le ripercussioni del MMW, e chi invece ritiene che i tempi non siano ancora maturi.

Partiamo da una certezza: la stratosfera sta per subire un repentino riscaldamento, una propagazione di calore dal basso verso l’alto che dalla Siberia si estenderà al Pacifico. Un aumento termico di circa 80°C alla quota isobarica di 10 hPa. Presupposto essenziale, non unico, per quello che potrebbe rivelarsi un autentico sconquasso barico. Ma siamo certi che gli effetti siano in grado di propagarsi alla troposfera? Rammentiamo che l’atmosfera è suddivisa, idealmente, tra piani alti (la stratosfera) e piani bassi (troposfera, appunto).

Molti di voi ricorderanno che circa un mese fa dedicammo un approfondimento sulle vicende tropo/stratosferiche che condussero alla bilobazione del Vortice Polare e che innescarono dinamiche prettamente invernali nel cuore dell’Europa. Sottolineammo il disaccoppiamento (la non comunicazione) tra i due livelli e osservammo una troposfera poco ricettiva rispetto a quanto accadde alle quote più alte (un raffreddamento, nel caso specifico). Ci interrogammo sulle possibili cause del disaccoppiamento, giungendo alla conclusione che il surplus energetico a livello oceanico, sia a carico del nord Atlantico, sia a carico del nord Pacifico, potesse esercitare un ruolo essenziale. Eccedenza derivante, certamente, dal record negativo dell’estensione dei ghiacci artici (meno ghiaccio, meno albedo, maggior accumulo di calore da parte delle acque oceaniche).

La non-comunicazione tra i piani atmosferici è un elemento che dobbiamo necessariamente considerare, perché anche se dovesse verificarsi un Major Midwinter Warming, non c’è alcuna certezza che gli effetti si propaghino al Vortice Polare Troposferico. Ma anche qualora avvenisse l’accoppiamento troposfera/stratosfera, eventuali ripercussioni dipenderanno dal tipo di processo che andrà a realizzarsi.

Se il Major Midwinter Warming prendesse piede a seguito della sola wave Pacifica (la numero 1), si contemplerebbe il tipo “displacement”. Se successivamente alla wave 1 intervenisse la 2, ovvero l’Atlantica, si andrebbe a realizzare il Major Midwinter Warming di tipo “split”. Quest ultimo, per intenderci, è quello che nel gennaio 1985 diede il là ad una delle più forti ondate di gelo dell’ultimo secolo. Ciò non significa, necessariamente, che l’eccezionalità di quell’evento debba ripetersi. La risposta troposferica potrebbe non esserci, o qualora ci fosse potrebbe rivelarsi differente perché troppi gli elementi che influenzano il risultato finale (tra i tanti l’orografia piuttosto che gli scambi termici terra-oceani etc.).

Affinché si possa stabilire con esattezza se e di quale tipo sarà il Major Midwinter Warming, occorrerà attendere gli esordi del nuovo anno. Ad onor del vero va detto che alcuni tra i più autorevoli centri di calcolo previsionali battono sul possente riscaldamento stratosferico e nella realizzazione del Major Midwinter Warming.

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