E’ da giorni che si sta parlando della possibile svolta invernale. Da giorni che si analizzano, con cognizione di causa, vari indici climatici indispensabili per sostenere la tesi invernali. Recentemente s’è parlato di Vortice Polare, AO, NAO, copertura nevosa euroasiatica e chi più ne ha più ne metta. Quel che possiamo dirvi, semplificando il tutto, è che nel medio periodo inizieremo ad osservare un indebolimento dell’Alta Pressione.
Alta Pressione che, come già avvenuto a novembre, si sposterà verso ovest e approfitterà della concomitante ricollocazione del Vortice Polare. Vortice che, pian piano, dove muoversi verso est invadendo il settore russo-scandinavo. Ma perché l’aria fredda possa discendere a sud v’è necessità di un calo dell’attività perturbata atlantica, dinamica essenziale affinché vadano a instaurarsi le spinte settentrionali dell’Anticiclone delle Azzorre e quindi gli scambi meridiani.
Scenari assai interessanti, lo confermiamo, dovrebbero materializzarsi nel periodo natalizio. Di che tipo? A nostro avviso crescono le probabilità di una consistente irruzione fredda fin nel cuore del Mediterraneo. Presumibilmente verrà dall’Artico e potrebbe risultare produttiva in termini di precipitazioni. Probabilmente rivedremo le nevicate a bassa quota in varie regioni d’Italia, ma quel che più conta è che la neve dovrebbe tornare ad imbiancare abbondantemente i rilievi dando un po’ d’ossigeno al turismo invernale.