Riprendendo il discorso da dove ci eravamo lasciati nell’ultimo editoriale del 21 dicembre scorso…
Diciamo subito che almeno fino al giorno 23 le temperature continueranno a diminuire soprattutto al centro-sud e si manterranno molto basse al nord, con un tempo comunque in sostanziale miglioramento un pò su tutta la penisola;
poi già alla vigilia di Natale un nuovo “repentino” cambio di scena sembrerebbe profilarsi all’orizzonte: una prima fase pre-frontale che provocherebbe un aumento termico (soprattutto in quota) e che potrebbe portare nevicate fino in pianura sulla padana centro-occidentale fra Natale e Santo Stefano, seguito da un successivo e sensibile calo termico con innesto di circolazione depressionaria a carattere freddo sul medio tirreno……………
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una stretta “gola depressionaria” a carattere freddo che, secondo Reading, assumerebbe il carattere poi di persistenza in ambito mediterraneo, unitamente alla stessa persistenza che secondo il prestigioso centro di calcolo inglese, avrebbe la rimonta verso N/NE dell’hp atlantico.
Un connubio che poi, alla lunga, potebbe far entrare in gioco anche il terzo elemento chiave e cioé quell’hp russa sempre presente e sempre più a carattere “freddo”.
Dunque l’outlook sul breve medio termine appare oggi abbastanza centrato, anche se in realtà la fase perturbata si é protratta almeno fino al giorno 28 dicembre al nord e almeno fino a ieri al centro italia, mentre al sud é ancora in corso.
Appare invece sfumato quel passaggio legato ad una certa persistenza dello slancio verso N/NE dell’hp atlantico che poi avrebbe potuto chiamare in gioco anche l’hp russo.
Quindi la stagione invernale non decolla, ma procede ad “onde”: un “onda fredda” ( sempre di natura polare marittima(, seguita da un rialzo termico e da una fase anticiclonica, seguita a sua volta da un nuovo cavo d’onda con nuovo decremento termico.
Ma perché tutto questo?
La risposta è presto data: iper attività del vortice polare;
un vortice polare che “spiana” tutto e annulla qualsiasi velleità nordica dell’hp atlantico.
E ora cosa ci attende?…molti sono delusi da questo andamento altalenante della stagione invernale, spesso dimenticando che siamo comunque un paese mediterraneo, “dirimpettaio” dell’Africa… non valutando però che questo scorcio invernale, nel suo ultimo episodio del 25/29 dicembre, ha portato grandi nevicate sia sull’arco alpino e prealpino che su quello appenninico centro-settentrionale (ricordiamo che per le grandi nevicate alpine, servono correnti mediamente meridionali che portano tempo più mite e piovoso al piano e neve in quota)…una delusione dunque, spesso “mal riposta”.
Torniamo al “cosa ci attende”:
siamo in una fase di pessima predicibilità atmosferica e nella quale gli stessi GM soprattutto oltre certi termini temporali (120/144 h) ci stanno facendo vedere un pò di tutto;
detto questo, andiamo allora a valutare le proiezioni degli indici atmosferici NAO ed AO, indici importanti per le analisi evolutive sul comparto europeo:
la NAO ci mostra un picco positivo in essere (+4°C!!) e a seguire una proiezione in calo fino ai prossimi 10 giorni e una ripresa fra i 10 e i 14 gg: il tutto sempre però in un ambito di positività, seppur debole fino ai 10 day forecast.
https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/pna/nao_index_mrf.html
La AO invece ci mostra l’attuale fase positiva, seguita da un drastico e repentino “crollo” fino a valori blandamente negativi entro i prox 7/10 gg e ancor più negativi fra i 10 e i 14 gg.
https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/daily_ao_index/ao_index_mrf.html
Siamo di fronte a un caso di “non accordo” fra NAO ed AO: solitamente infatti i due indici sono abbastanza “connessi”, vale a dire che ad una fase di NAO positiva quasi sempre corrisponde una AO anch’essa positiva (cioé vortice polare molto attivo, indi zonalità abbastanza sparata e conca depressionaria alle alte latitudini, da cui NAO positiva) e viceversa.
Come dunque possiamo interpretare questa “contraddizione” fra le due proiezioni??… con tutta probabilità appare abbastanza chiaro che il vortice polare perderà molto del suo vigore entro i prox 7/14 gg;
d’altro canto a ciò potrebbe non corrispondere uno slancio dell’hp atlantico verso latitudini settentrionali; e allora??…
A sensazione direi che intanto è un ottimo punto di partenza il fatto che il VP perda vigore ed intensità e che lascia ben sperare per una “rottura” dello schema vigente (ondulazioni cicliche) intorno al 10/12 gennaio p.v.;
inoltre sempre a sensazione, una NAO debolmente positiva potrebbe segnalare l’entrata in scena sul comparto europeo di un robusto hp russo-finnico.
Sulla base di queste personali sensazioni seppur suffragate da un analisi degli importanti indici AO e NAO, mi aspetto quel “decollo verticale” di cui si parlava nel precedente articolo, verso la metà del prossimo gennaio, con ripercussioni che potrebbero anche essere molto marcate: a livello polare e sub-polare con un VP così vigoroso, si sono e si stanno accumulando masse molto molto fredde che al primo “collasso” delle westerlies causato da una diminuzione drastica di attività del VP, potrebbero trovare una via di fuga “preferenziale” proprio sul comparto europeo centro-meridionale… e il tutto potrebbe anche accadere in modo abbastanza repentino ed “inaspettato” ed essere visto dai modelli non prima di 72/96 h dall’eventualità dell’accadimento.