Riprendiamo l’argomento affrontato ieri e riguardante un’ipotetica via d’uscita dall’attuale staticità atmosferica. In particolare focalizzammo l’attenzione su eventuali flussi d’aria calda destinati a propagarsi dai piani bassi dell’atmosfera (troposfera) ai livelli più alti (stratosfera). Ipotesi che sembra sostenuta dagli attuali aggiornamenti di alcuni importanti modelli climatici, ragion per cui possiamo iniziare a ragionare su eventuali punti di svolta.
Capiamo che l’argomento non è di facile comprensione, ma cercheremo di evitare troppi tecnicismi. Il concetto di “flusso di calore” dovrebbe essere chiaro, forse non è chiaro che a spingerli in quota sono determinate figure anticicloniche che agiscono sull’emisfero. Una di queste, quella pacifica, sembrerebbe in grado di condurre una discreta quantità di calore in seno al Vortice Polare con conseguente destabilizzazione della struttura.
Ripetiamo quanto scritto ieri: ci vorrà ben altro a demolire una trottola così possente e così rapida. Tuttavia, giusto sottolinearlo, anche una modifica della morfologia (non più sferica ma ellittica) potrebbe facilitare i primi affondi perturbati verso le medie latitudini. Non stupiamoci, quindi, se i modelli previsionali iniziano a mostrarci qualcosa già dopo Natale. Non arriverà il freddo in men che non si dica, ma sarà un primo tassello essenziale per un’eventuale sblocco successivo.