L’andamento termico dell’Oceano Atlantico si misura attraverso un indice di scoperta relativamente recente, denominato AMO (acronimo di Oscillazione Atlantica Multidecennale). L’AMO è caratterizzato dal susseguirsi fasi positive e negative di rispettiva durata multidecennale (in genere fra i 20 ed i 40 anni) che si verificano nel tratto compreso fra l’Equatore e la Groenlandia, un settore altamente strategico per la regolazione e le fluttuazioni cicliche del clima planetario in quanto proprio su questo ampio tratto oceanico avviene lo scorrimento della Corrente del Golfo.
Quest’oscillazione prevede quindi, nel suo ciclo positivo, lo spostamento di acque più calde dall’Atlantico Equatoriale verso quello settentrionale: attualmente siamo in fase costantemente positiva (AMO+) ormai dalla metà degli anni ’90 e questo rappresenta peraltro uno dei fattori principali del calo di frequenza ed intensità delle perturbazioni atlantiche verso il Vecchio Continente ed il comparto mediterraneo. I cicli della AMO sono in grado di incrementare o diminuire i forcing alla base del riscaldamento globale, derivante naturalmente anche da una serie di altre specifiche cause: non è un caso come, fra il 1950 ed il 1975, in presenza di AMO negativa, le temperature globali hanno subito un decremento.
Appare dunque verosimile ritenere che il riscaldamento globale dell’ultimo ventennio possa essere stato ulteriormente acuito dal ciclo positivo pienamente in atto della AMO. In base ai dati costantemente monitorati dall’ente americano ESRL-NOAA, nel mese di luglio appena trascorso si è misurata un’anomalia fra le più alte mai registrate in Oceano Atlantico, con uno scarto complessivo di +0,5°C (più o meno identico a quello raggiunto nel maggio 2010), ad un soffio dal record di luglio del 1998 (+0,527°C) e più distante da quello assoluto dell’agosto 1998 (+0,555°C). Prendendo in considerazione tutti i primi sette mesi di quest’anno, l’anomalia media delle SST atlantiche è pari a +0,372°C contro i +0,376°C dello stesso periodo del 1998.
Le cause di un Oceano Atlantico così caldo vanno ricercate nel probabile picco dell’attuale ciclo positivo della AMO (non esistono modelli in grado di prevedere il momento di passaggio alla fase opposta negativa), ma soprattutto con i postumi del Niño sul Pacifico (rivelatosi d’intensità vicina a quello del 1998), che ha contributo al riscaldamento della fascia tropicale. Questi due fattori insieme hanno contribuito a mantenere fino a questo momento le SST (valori termici superficiali) ben oltre la norma climatica, ma l’attuale partenza a razzo della Niña (ciclo opposto al Niño) potrebbe rapidamente smorzare queste anomalie, facendo retrocedere il 2010 ben dietro al 1998.