L’indice AO (Arctic Oscillation) è arrivato a sfiorare, pochi giorni fa, il valore straordinario di -6, fino ad oggi mai raggiunto da quando viene misurato con regolarità, vale a dire dagli anni cinquanta del secolo scorso. Situazione talmente eccezionale da costringere il NOAA ad aggiornare la scala di riferimento sui suoi grafici.
L’indice di Oscillazione Artica è di fondamentale importanza per il tempo invernale nel nostro Emisfero, ma in particolare su due regioni “cruciali” quali sono l’America Settentrionale ed il Continente Europeo.
Durante la fase positiva su queste zone gli anticicloni prevalgono alle latitudini inferiori ai 45° nord, mentre le depressioni prevalgono a nord di tale linea. Il contario accade durante la fase negativa.
L’indice è calcolato come rapporto tra le pressioni atmosferiche nelle due zone, ed ovviamente è direttamente correlato con l’altro importante indice, la NAO (North Atlantic Oscillation).
Durante la fase positiva dell’AO, forti tempeste colpiscono l’Europa Settentrionale, portando aria mite ed umida sulle Isole Britanniche, la Scandinavia, la Russia, mentre gli Anticicloni prevalgono sul Mediterraneo e sulla parte centro meridionale degli Stati Uniti, e gli Alisei in Atlantico aumentano vistosamente la loro forza.
Al contrario, quando l’indice è negativo, l’aria fredda polare invade gli Stati Uniti e l’Europa, il Mediterraneo è spazzato dalle perturbazioni atlantiche, e gli Alisei diminuiscono la loro intensità.
Tale situazione tipica dell’AO fortemente negativo è quella che sta interessando l’Europa e l’Italia durante questi giorni, con il Mediterraneo investito da aria umida e mite atlantica, ed il resto del Continente invaso dall’aria artico – siberiana.
Mentre le fasi positive e negative dell’AO si sono regolarmente alternate nel corso del trentennio tra il 1950 ed il 1980, a partire da quest’ultimo decennio le fasi positive sono diventate via via dominanti, regalando al Nord Emisfero condizioni prevalenti di Inverni miti.
Il crollo del valore di tale indice avvenuto quest’anno potrebbe rappresentare una notevole eccezione a questo trend, o, forse, anche l’inizio di un’inversione di tendenza verso stagioni invernali più fredde e perturbate. Un secondo picco di AO negativa si dovrebbe inoltre raggiungere nei primi giorni del nuovo anno.