Freddo, magari anche gelo, o Anticiclone? Questo il rebus da risolvere. Per farlo stiamo monitorando, con estrema attenzione, gli accadimenti termo-dinamici ai vari livelli dell’atmosfera. Entro breve registreremo un nuovo rinforzo del Vortice Polare, su questo non ci piove. L’energia accumulata nei mesi di novembre e dicembre è talmente grande che i disturbi avuti finora sono serviti a modificare temporaneamente l’impianto circolatorio emisferico.
Ora si tornerà alle condizioni di partenza, o quasi. La differenza sostanziale rispetto al passato è che la stagione avanza e che il gelo che andrà a stratificarsi sull’Europa orientale – fin verso la Siberia – rappresenterà un’incognita non da poco. Tuttavia, dobbiamo essere sinceri, è probabile che l’Anticiclone torni a farci un po’ di compagnia.
Lo snodo cruciale è quello di fine mese. Le onde troposferiche produrranno azioni di pressing crescenti e via via più intense. Significa che il Vortice Polare verrà sottoposto a ulteriori disturbi e stavolta potrebbe uscire fuori rotta. Vi mostriamo gli stessi grafici di ieri, ma l’aggiornamento è l’ultimo disponibile. Noterete che abbiamo posto l’attenzione al tracollo dei venti zonali stratosferici. Le proiezioni indicano una possibile inversione, ciò significa che la circolazione ad alta quota potrebbe subire un’inversione di rotta: non più da ovest verso est, bensì da est verso ovest. Quelli che in gergo tecnico definiamo “moti antizonali”.
Ora, non è detto che ciò ci riguardi direttamente, ma di certo sembrano crescere la probabilità di uno sconquasso circolatorio consistente entro i primi di febbraio. Se il Vortice Polare verrà rotto o meno lo scopriremo strada facendo, così come sapremo se vi sarà un semplice (si fa per dire) allontanamento dalla sua sede naturale. In entrambi i casi potrebbero innescarsi manovre invernali rilevanti, con spostamento del gelo verso medie latitudini. Ma ad oggi non è dato sapere se l’Italia verrà coinvolta oppure no. Vedremo…