Si guarda con ottimismo alla prossima settimana. Come detto stamane nei primi approfondimenti giornalieri, il graduale cambio di circolazione dovrebbe scalzare l’Anticiclone e riproporci un po’ d’Atlantico. Che significa? Che le perturbazioni prenderanno la via del Mediterraneo portandoci le agognate precipitazioni. Non farà freddo, questo va detto, ma almeno avremo un calo delle temperature e pian piano torneremo su valori più consoni al periodo.
Il cambio di marcia, nella speranza che possa risultare definitivo, è ascrivibile alle ben note dinamiche emisferiche. Abbiamo un Vortice Polare indiavolato, ma i disturbi provenienti dai piani bassi dell’atmosfera ne stanno modificando il posizionamento e l’inclinazione. Al momento abbiamo un orientamento dell’asse a noi sfavorevole: le correnti zonali scorrono alte, lasciano strada libera alle ben note vicende anticicloniche alle nostre latitudini.
Nei primi giorni di febbraio registreremo, probabilmente, un più incisivo riscaldamento lungo tutta la colonna atmosferica. Ciò dovrebbe sfociare nell’ulteriore rotazione dell’asse d’inclinazione del trottolone polare: si disporrà sui meridiani e ciò potrebbe innescare lo spostamento di masse d’aria fredda verso sud.
Non solo. Lo spostamento del nucleo gelido verso il comparto scandinavo potrebbe liberare quel tratto d’Atlantico utile alle rimonte anticicloniche azzorriane. Tradotto in parole semplici. Potrebbero esserci nuovi tentativi di blocco delle correnti oceaniche, una manovra essenziale nel facilitare il trasferimento del freddo alle medie latitudini. E’ per questo che, concludendo, riteniamo possibile un’irruzione artica nel periodo 8-13 febbraio. Poi vedremo se l’Italia verrà coinvolta marginalmente o se rientrerà nell’orbita degli obbiettivi principali.