La stagione invernale 2015/2016 verrà ricordata a lungo. Entrerà di diritto negli annali meteorologici per varie ragioni: il caldo anomalo, la siccità, El Nino, l’incredibile forza del Vortice Polare. Elementi legati a doppio filo, in particolare non possiamo non ricordarvi quanto il trottolone gelido sia stato in grado di condizionare i piani bassi dell’atmosfera.
Ora che la stagione avanza e che il Vortice sta per tirare le cuoia, la comunicazione tra i vari livelli (troposfera e stratosfera) s’interromperà. La parola passerà principalmente alle dinamiche in troposfera, ragion per cui da oggi in poi inizieremo a valutare altri indici climatici finora trascurati.
Possiamo già dirvi, ad esempio, che le proiezioni concernenti la convezione tropicale (MJO) – per farla semplice, l’attività convettiva delle aree tropicali – indicano possibile un condizionamento sull’Alta delle Azzorre (MJO in fase 6 e 7). In che modo? Incidendo sulla convergenza intertropicale innalzandola verso nord, a quel punto potrebbero innescarsi spinte dinamiche verso nord, tali da strutturare blocchi alle miti correnti oceaniche.
Ed è per questo che in ultima decade, forse anche nella prima parte di marzo, la dinamicità potrebbe esser tale da innescare irruzioni artiche verso sud. L’Italia, a quel punto, potrebbe risultare uno degli obbiettivi principali.