Le temperature misurate nella prima decade di aprile sono state davvero eccezionali in Italia, ma anche su parte dell’Europa, con molti record storici letteralmente abbattuti. Non si scherza nemmeno in questi giorni a dire il vero, anche se il caldo interessa una porzione più ristretta del Continente. L’incredibile anticipo d’estate ha posto diversi interrogativi, considerando che prima d’ora non si erano mai visti valori così elevati in questo mese. Un possente anticiclone, con alimentazione di matrice sub-tropicale, ha preso possesso di gran parte dell’Europa, soprattutto i settori occidentali: si è materializzato di colpo lo spauracchio del 2003, quando l’alta pressione africana ed il caldo record dominarono senza sostanziali interruzioni per l’intera estate.
Un’invasione anticiclonica così robusta ha fatto immediatamente pensare all’ITCZ, ma anzitutto è bene chiarire di cosa stiamo parlando. Per ITCZ intendiamo la “linea di convergenza intertropicale”, che rappresenta la fascia del Pianeta nella quale vanno a convergere i venti Alisei, che soffiano da nord/est sul nostro Emisfero e da sud/est sull’Emisfero Meridionale. Il punto d’incontro di questi venti rappresenta la fascia ITCZ, nella quale ci sono le condizioni adatte per l’instabilità con piogge abbondanti. La posizione dell’ITCZ non è mai costante nel tempo e varia anzitutto con la stagione, seguendo lo spostamento del Sole e portandosi più a nord nel periodo estivo sul nostro Emisfero. Per questo solamente nel semestre caldo la sua influenza a livello climatico può avere ripercussioni anche alle nostre latitudini.
Il posizionamento dell’ITCZ, allorquando sbilanciato troppo a nord, è considerato uno fra gli elementi cardine nel favorire le espansioni dell’alta pressione africana verso il Mediterraneo e l’Europa, a discapito delle altre circolazioni atmosferiche, in primis il flusso atlantico. Ora arriviamo al dunque: il bollettino decadale NOAA ha sorprendentemente smentito che l’ITCZ possa essere considerata una causa dell’eccezionale vampata di calore d’inizio mese: nei primi giorni di aprile questo “fronte intertropicale (ITF), tra l’altro non molto intenso, si è venuto infatti a trovare ben più a sud della media climatologica, soprattutto per quel che concerne la porzione occidentale dell’Africa che più ci riguarda da vicino (oltre un grado di latitudine più a sud rispetto alla norma di questo periodo).