Le dinamiche del riscaldamento in stratosfera stanno per portare ad un vero e proprio split del Vortice Polare Stratosferico, ma ora il punto interrogativo riguarda quelle che saranno le vere ripercussioni ai livelli più bassi, nella troposfera. Attualmente il Vortice Polare nei piani bassi dell’atmosfera si tiene ancora relativamente compatto, sebbene sempre più disturbato dall’azione dell’onda anticiclonica delle Aleutine: lo stato di salute del Vortice Polare si misura attraverso l’indice d’oscillazione artica che misura le differenze di pressione a livello del mare fra le latitudini polari e quelle temperate.
Finora l’inverno è stato caratterizzato da livelli negativi di quest’indice, corrispondenti pertanto ad un Vortice Polare piuttosto debole e questo ha consentito l’arrivo del freddo fino alle nostre latitudini. Ultimamente gli scenari sono cambiati con una ripresa del Vortice Polare, che però è atteso crollare in picchiata secondo le tendenze più probabili già prima di metà mese (area del grafico cerchiata in blu), quando potrebbe riaffacciarsi il freddo anche sull’Italia. Tuttavia, al momento i modelli non sono ancora in grado di calcolare al meglio gli effetti potenziali legati alla propagazione del riscaldamento stratosferico ai piani sottostanti, che potrebbe indebolire ulteriormente il Vortice Polare.