Una volta dissolte le resistenze anticicloniche, la corposa saccatura atlantica si è davvero gettata a capofitto senza remore verso est-sud/est: l’impulso perturbato più organizzato, guidato da un perno ciclonico principale sull’Irlanda, è ormai entrato sul cuore dell’Europa Occidentale, con il fronte freddo sulla Francia e quello occluso che si allunga sulle Isole Britanniche, mentre la parte calda del ramo nuvoloso interessa il Nord Italia ed i settori oltreconfine, ovvero Svizzera, Austria e Germania Occidentale.
L’intrusione perturbata avviene nell’ampio varco che si è creato fra i due anticicloni che prima risultavano uniti, quello sulla Scandinavia e quello oceanico. Il movimento verso est dell’esercito di maltempo da ovest ha nel frattempo ormai inglobato il piccolo vortice freddo presente sul Centro Europa, responsabile fino a ieri delle condizioni di vivace instabilità che hanno interessato nelle ore più calde parte dell’Italia.
Una flebile resistenza anticiclonica prova ad organizzarsi sul Mediterraneo Centrale, sulla spinta dei venti meridionali richiamati dal Nord Africa. L’avanzata della perturbazione riuscirà a mettere gradualmente a tacere i tentativi d’opposizione dell’alta pressione: al momento le piogge già in atto sul Nord Italia, in particolare a ridosso dei rilievi, sono legate al ramo caldo prefrontale. Non si tratta solo di piogge deboli, ma localmente si nasconde qualche rovescio temporalesco di forte entità, che nelle ultime ore ha interessato una ristretta zona della Liguria nel genovese. Una linea temporalesca più rilevante, sempre a precedere il fronte, è quella presente sul sud della Francia, in allungamento dal Golfo del Leone verso le Alpi Occidentali.
L’appuntamento del passaggio del fronte freddo sull’Italia è fissato per domani, mercoledì 8, e questo determinerà l’estensione delle condizioni di maltempo a parte delle regioni centrali ed alla Campania. I massimi di pioggia sono attesi a ridosso della fascia prealpina centro-orientale, ma anche probabilmente tra il Levante Ligure e l’Alta Toscana. La genesi di un minimo barico nei bassi strati sul Mar Ligure rallenterà un po’ l’evoluzione perturbata, richiamando l’azione delle correnti sud/occidentali che favoriranno il maltempo sui versanti di ponente tirrenici.