Quello di oggi vuol essere il normale proseguo del percorso tracciato appena ieri attraverso l’attenta analisi del modello proposto dal centro matematico di calcolo Russo. Le carte che intendiamo proporvi oggi sono quelle relative all’8 dicembre ed il giorno successivo, con l’inserimento delle termiche previste in prossimità del suolo sempre per la giornata di venerdì 9.
La prima immagine è relativa al giorno 8 dicembre ed evidenzia i geopotenziali e le temperature alla quota di riferimento di 500 hPa previste per le ore 00. L’attenta osservazione mostra chiaramente due elementi che possiamo ritenere di fondamentale importanza: un nucleo assai freddo in progressione verso la Russia Europea ed una bolla termica di alta pressione poco a largo delle coste Scandinave. Ne deriva un forte raffreddamento in sede russa, laddove si avranno con tutta probabilità le primavere tormente di neve, ed un progressivo movimento dell’alta pressione delle Azzorre verso il nucleo anticiclonico sopra menzionato. Una spinta dinamica che avrà l’aiuto imprescindibile del Vortice canadese, ben visibile tra la Groenlandia e il canapa appunto.
La mappa successiva è relative alle ore 12 del 9 dicembre e prende in considerazione gli stessi parametri atmosferici analizzati precedentemente. Quel che balza subito all’occhio e la congiunzione tra l’alta pressione delle Azzorre e la bolla termica Scandinava, nella formazione di un muro di sbarramento alle miti correnti oceaniche. Da notare inoltre come il Vortice Polare abbia subito una netta divisione in due minimi distinti: uno ad Ovest, l’altro sulla Russia. Il secondo è quello che più interessa il comparto europeo in quanto il forte raffreddamento di tali zone può successivamente portare gelidi risvolti fin verso il Mediterraneo. Ciò che più interessa è invece l’evidente ondulazione del getto principale in seno alla spinta anticiclonica, pronta a pilotare verso l’Italia fredde correnti Artico Continentali.
E che sia l’inizio di una fase fredda per la nostra Penisola è testimoniato dalla mappa relativa alle temperature ed i geopotenziali alla quota di 850 hPa. Il tassello fondamentale è rappresentato dalla presenza di un minimo di pressione tra il Tirreno e l’Adriatico Centrale che fungerà da calamita alle correnti più fredde provenienti da Nordest. Masse d’aria fredda che determineranno un calo anche sensibile delle temperature, con valori pari a -4 sull’Italia Settentrionale e di -2 su quella Centrale, in estensione successivamente anche al Meridione. La presenza del minimo di bassa pressione farà sì che già da venerdì vi possano essere precipitazioni nevose fino a quote di bassa collina sul medio e alto Adriatico.