Una premessa è doverosa: prudenza, prudenza e ancora prudenza! Lo avevamo predetto da tempo che i Centri di Calcolo avrebbero tracciato ipotesi favorevoli verso consistenti ondate di gelo ed effettivamente l’inverno mostra segnali importanti d’inversione di marcia. Quello che sembra per ora abbastanza certo è che la prima “bombetta artica” finirà solo per lambire l’Italia, con il target principale costituito dall’Europa Centro-Orientale. Quel nucleo gelido, a poca distanza da noi finirebbe per non riuscire ad avanzare davvero verso ovest, a causa dell’immediatamente azione di rimbalzo della corrente a getto in uscita dal ramo canadese del Vortice Polare, pronta peraltro a contrastare, anche in prospettiva, i tentativi di aggancio fra l’anticiclone delle Azzorre e quello polare-siberiano in espansione verso la Scandinavia.
E’ interessante porre l’attenzione sull’evoluzione delle ECMWF a fine periodo (distanza di 9-10 giorni da oggi), per quanto ovviamente potrà subire ovvi stravolgimenti: l’elemento in evidenza un Vortice Polare letteralmente ridotto a brandelli nella sua sede naturale (dove al suo posto si affermerebbe un forte anticiclone), spodestato in modo netto verso sud. I nuclei gelidi del Vortice Polare finirebbero per collocarsi tra l’Europa Centro-Orientale e la Russia, dove pertanto potrebbe aversi un’ulteriore recrudescenza del grande freddo. E l’Italia ed il Mediterraneo? Destini ancor più incerti, in quanto la soluzione migliore per far piombare il gelo fino alle nostre latitudini sarebbe quella di veder realizzato un ponte di collegamento fra l’Anticiclone Atlantico e quello nordico (quest’ultimo esaltato dallo stratwarming). Ma come detto, c’è il terzo incomodo (il flusso perturbato in uscita dal Vortice Canadese) che di certo non mollerà la presa.