L’ultima proiezione del modello GFS, la corsa elaborata alle ore 12Z, delinea un’ulteriore intensificazione di quella che è già stata ampiamente annunciata come una potente ondata di gelo, fra le più forti degli ultimi anni. Se non vi fossero sostanziali ritrattazioni, si potrebbe quasi dire che ci sarebbero tutte le condizioni perché il gelo possa spingersi ai limiti dell’eccezionalità almeno come potenzialità, considerando che la massa d’aria che affluirà verso l’Italia dovrebbe avere caratteristiche in parte continentali, risultando quindi abbastanza pellicolare e molto fredda anche al suolo, a prescindere dalle precipitazioni. Per “misurare” l’effettiva intensità di un’ondata di gelo e soprattutto sui suoi possibili effetti al suolo, in genere si fa riferimento alla mappe delle temperature previste in libera atmosfera all’altezza isobarica di 850 hPa, equivalente a circa 1400 metri di quota.
La mappa che possiamo osservare sotto è un’analisi di previsione delle termiche a 850 hPa stimate dall’ultima corsa GFS per le ore 7 del 31 dicembre, momento decisamente clou della colata gelida. In base a questa proiezione, che naturalmente potrà subire ulteriori aggiustamenti, i valori più glaciali (inferiori ai -15°C) si raggiungerebbero sulle Alpi Orientali. Risulta però ancor più sorprendente sottolineare come potrebbe addirittura sfondare la -15°C in Adriatico e persino Abruzzo, la -12°C abbraccerebbe un po’ tutto il Centro, il Nord-Est e addirittura parte del Sud, la -10°C giungerebbe ad inglobare anche l’intera Sardegna. Si tratta di termiche davvero importanti, ma ancora ben lungi dall’essere reali. Solo parte della Sicilia sarebbe più ai margini con termiche appena superiori a -5°C, a conferma di quella che sarebbe una diffusa ed imponente ondata di gelo.