Stiamo ormai per entrare nel vivo della fase invernale che si preannuncia eccezionale per l’Europa e forse anche per parte dell’Italia: ogni bilancio si potrà tracciare poi solo a posteriori, in riferimento alla possibilità che l’evento possa assumere connotati storici. Come già preannunciato a più riprese, la problematica maggiore per la previsione meteo in Italia è quella di individuare i vari minimi pressori attesi in formazione sui mari attorno all’Italia, dai quali è indissolubilmente legato la rotta che seguirà il fiume gelido d’estrazione siberiana.
Il punto focale di queste emissioni modellistiche è proprio valutare la reazione e l’influenza che avrà il Mediterraneo. Ebbene, ECMWF da Reading fornisce una visione parzialmente diversa da GFS. Premettiamo che si tratta di differenze del tutto ovvie in una tendenza a 4-6 giorni e di cambiamenti ne vedremo ancora parecchi prima di capire quella che sarà l’esatta traiettoria e posizione dei minimi barici in approfondimento e genesi sul Mediterraneo. Nella fase clou dell’ondata di gelo (per intenderci, ultimi giorni della settimana) l’evoluzione proposta dal modello europeo vedrebbe il minimo barico nei bassi strati posizionarsi tra il Basso Tirreno e lo Ionio.
Rispetto a GFS, che vede invece il minimo barico in posizione molto più occidentale, l’ipotesi tracciata da ECMWF sarebbe congeniale ad un ingresso più massiccio delle correnti gelide sul lato adriatico ed un’influenza minore della ritornante dal Rodano. L’entità del gelo resta davvero straordinaria (anche se il grosso resterà ovviamente sull’Alta Europa, direzione Baltico): ad 850 hPa la -16/-18°C su Alpi Orientali, una -12/-14°C che ingloba tutto il Nord ed il medio versante adriatico, una -8°C che taglia in due la Sardegna ed il Sud. Per le precipitazioni resta prematuro sbilanciarsi ora, ma se quel che accadrà dovesse somigliare a quello che indicano le ECMWF, vi sarebbe una prolungata fase nevosa in particolare per le regioni del versante adriatico, battute direttamente dalle correnti da nord/est.