Ormai lo diciamo da tempo, l’inverno potrebbe tornare a ruggire con forza all’inizio della terza decade del mese. Questo è confermato da diversi segnali, non solo da alcune proiezioni modellistiche a lungo termine. Il riscaldamento della stratosfera a livello polare (d’entità ancora da valutare) potrebbe preludere a nuovi split del Vortice Polare, mentre non è da trascurare la variabile impazzita dell’anticiclone russo, il quale potrebbe porre di colpo un freno all’esuberanza della mite circolazione atlantica.
In un modo o nell’altro, la parte finale del mese dovrebbe dunque coincidere con un cambiamento importante della circolazione atmosferica a livello europeo. E’ ancora molto presto per dire se questi mutamenti avranno una forte incidenza anche sull’Italia, ma l’eventuale discesa artica dovrebbe sopraggiungere dall’Europa Centro-Orientale.
Vediamo quelli che sono gli scenari che vanno al momento per la maggiore: per l’Europa Centrale abbiamo scelto i grafici relativi a Berlino, Praga e Varsavia dove possiamo notare delle situazioni ampiamente convergenti. Notiamo una serie di saliscendi sul breve-medio termine in un contesto termico nel complesso sempre superiore alla norma, con la svolta verso il raffreddamento che avverrebbe non prima del 18-19 gennaio (la linea bianca rappresenta la media delle varie evoluzioni in campo, mentre quella rossa evidenzia quella che è la norma stagionale dell’attuale periodo di riferimento).
Leggermente meno accentuata l’ingerenza del mite atlantico sulla Russia Europea, ma sulla regione di Mosca l’attuale fase mite, derivanti da infiltrazioni miti d’origine mediterranea, potrebbe determinare gelicidio, nel caso in cui le temperature al suolo restino ancorate attorno o al di sotto degli zero gradi. Un primo raffreddamento potrebbe già aversi a metà mese, seguito da un ulteriore raffreddamento attorno al 20 gennaio. Non si evidenziano al momento in prospettiva ondate di gelo particolarmente eclatanti almeno in riferimento alle termiche in quota.