L’instabilità diurna continuerà a tenere sotto scacco gran parte delle nostre regioni e anche oggi dovremo sopportare temporali localmente violenti. La violenza sarà data dagli accumuli, ingenti, in archi temporali ristretti e dal tipo di precipitazione: non mancherà difatti occasione per nuove grandinate, qualche nubifragio e colpi di vento.
Con l’ausilio del nostro LAM ad alta risoluzione proviamo a identificare le regioni più a rischio. Ma prima di addentrarci nel dettaglio, è doverosa una premessa. Visto che alcuni dei nostri affezionati lettori hanno chiesto lumi in merito al significato dalla mappa in oggetto, riteniamo opportuno dare qualche specifica aggiuntiva.
Quel che si vede rappresentato in figura, ovvero l’indice d’instabilità, rappresenta l’energia potenziale “spendibile” nello sviluppo delle nubi temporalesche (cumulonembi). Ovviamente per completare la previsione è bene osservare altri due indici imprescindibili: il “Cape” e il “Cin”. Indici che forniscono indicazioni sull’effettiva instabilità della colonna d’aria a tutte le quote, instabilità senza la quale non sarebbe possibile avere lo sviluppo di temporali anche a fronte di un’indice d’instabilità elevato. Ecco perché, quando indichiamo zone ad alto rischio, va dato per scontato che l’analisi svolta ha tenuto conto dei due indici suddetti.
Ciò detto, nel pomeriggio odierno avremo violenti temporali su gran parte della dorsale appenninica e al Sud. In quest ultimo caso si potrebbero registrare nuovi sconfinamenti verso i litorali tirrenici. Vi saranno manifestazioni temporalesche di rilievo anche in alcune aree delle due Isole Maggiori: sul nordovest Sardegna e sul sudest della Sicilia. Il rischio dovrebbe risultare inferiore sulle Alpi, ma in questo caso “Cape” e “Cin” danno egualmente come probabili episodi temporaleschi di una certa vivacità sulla gran parte dei rilievi del Nord. Stavolta, però, gli sconfinamenti in pianura saranno poco probabili.