Tutto inizierà fra qualche giorno: il gelo e le bufere di neve, che hanno preso di mira per ora soprattutto il comparto balcanico, potrebbero essere nulla in confronto agli scenari che, con sempre maggiore probabilità, sembrano volersi concretizzare per l’inizio di febbraio. Le truppe del grande gelo stanno per partire e minacciano di colpire duro sull’Europa, come mai (o solo raramente) accaduto negli ultimi decenni. Ve lo stiamo evidenziando ormai da una settimana esatta: tutto è partito dal risveglio dell’Orso Russo e dal concomitante ponte di blocco con l’anticiclone russo più ad ovest, ma solo ora si stanno mettendo in modo quei proiettili che traggono origine direttamente dalla Macchina del Gelo collocata fra Siberia e Mongolia. Per giorni siamo rimasti appesi ad un filo, nel senso che non era chiaro se il super gelo si sarebbe fermato sull’est dell’Europa, oppure sarebbe stato capace di sfondare più ad ovest.
Questa seconda soluzione sembra poter avere la meglio, anche se l’esatta traiettoria non è così facile da desumere. Ma vediamo, attraverso la rapida visuale delle mappe in basso quel che accadrà: il 31 gennaio il nucleo gelido più consistente raggiungerà la Russia e le estreme aree orientali dell’Europa e nelle successive 48-72 ore si adagerà sul cuore centrale del Continente sfondando fin sulla Francia e la Gran Bretagna. Isoterme estreme all’altezza di 850 hPa, fino a -18/-20°C anche sulle regioni alpine, qualcosa come oltre 10-15 gradi rispetto alle condizioni attuali, che non sono certo così miti. Cosa significherebbe tutto questo? Sarebbero scenari quasi apocalittici, se si pensa del tipo d’aria di cui stiamo parlando, cioè aria siberiana quasi sempre più gelida al suolo piuttosto che in quota.
Altro che gelo polare, le condizioni climatiche potrebbero divenire proibitive addirittura per giorni, anche perché questo grande freddo sarà inevitabilmente accompagnato anche da tempeste di blizzard, inevitabili quando a comandare è l’anticiclone russo-siberiano di natura termica. Si avrebbe neve polverosa o aghi di ghiaccio, con alto rischio del fenomeno dello scaccianeve (neve sollevata dal suolo per il vento), non certo così frequente nel cuore dell’Europa. Potrebbero facilmente verificarsi paralisi ai trasporti, con ripercussioni a catena sulla produzione industriale e viaggio merci via terra, ma anche altre conseguenze inimmaginabili se l’ondata di gelo raggiungesse livelli eccezionali. Gran parte del Continente si troverebbe a dover fronteggiare condizioni molto difficili e sarebbe un vero guaio. Si rischierebbero centinaia, se non migliaia di morti, in una situazione di grande gelo duraturo che è un’ipotesi da prendere in seria considerazione. Gli automatismi dei modelli potrebbero non essere in grado al momento di cogliere effettivamente le potenzialità con cui si potrebbe manifestare il gelo nei bassi strati.