Tantissima acqua deve passare sotto i ponti, è bene dirlo, ma non per questo dobbiamo celare quelle che sono le grandi manovre a cui andiamo incontro per la seconda parte di gennaio. Vi mostriamo l’evoluzione del 20 gennaio tracciata dall’ultima emissione GFS, poiché la riteniamo non priva d’importanza: occhi puntati sull’unione fra il promontorio anticiclonico iberico e l’alta pressione russa, quest’ultima in libera espansione verso ovest e i cui massimi barici vediamo collocati tra la Lapponia Finlandese e l’Artico Russo.
In base alla mappa appena osservata, sarebbe un anticiclone freddo di ottima fattura, con caratteristiche termiche in quanto associato a geopotenziali medio-bassi alle altezze medio-superiori della troposfera. In queste situazioni, si crea quel cosiddetto “freddo pellicolare”, cioè aria molto fredda negli strati prossimi al suolo che assume caratteristiche pienamente continentali. Prendendo per buona la singola evoluzione proposta dal modello americano, l’aria fredda da est tenderebbe a dilagare fin sul nostro Paese, a causa di una concomitante presenza di un mulinello ciclonico sull’Egeo.
Naturalmente si tratta di una proiezione a lunghissima gittata, normalmente a queste distanze parliamo di fantameteo. Nonostante le consuete variazioni che il modello mostra sulle tendenze di lungo-lunghissimo periodo, non si tratta di tendenze così fantasiose e non solo perché proposte con una certa insistenza negli ultimi giorni. L’andamento del quadro teleconnettivo, di cui approfondiremo la situazione meglio nei prossimi giorni, avvalorerebbe infatti al momento queste ipotesi di raffreddamenti ad opera di possibili circolazioni retrograde che sostituirebbero il flusso zonale.