Ieri, lo ricorderete, analizzammo nel dettaglio l’ultima corsa del Modello Americano GFS. Sottolineammo la virata evolutiva rispetto alle precedenti emissioni, nelle quali si dava maggior peso all’attività ciclonica atlantica con conseguente spostamento dell’Alta Pressione verso l’Italia. Sottolineammo anche le differenze intercorrenti tra il modello in oggetto e l’Europeo ECMWF: quest ultimo fu il primo a tracciare la strada “continentale”.
Stamane abbiamo scelto di affidarci al MultiModel, da ritenersi più preciso in situazioni di relativa incertezza quale quella attuale. La lettura delle retrogressioni (ove per retrogressione si intende lo spostamento da est verso ovest di nuclei d’aria gelida provenienti dall’Europa orientale o dal comparto russo-siberiano) viene letta sempre con notevole difficoltà dai Centri di Calcolo. Ecco perché crediamo sia meglio utilizzare una mappa che rappresenti al meglio la media del ventaglio delle possibili ipotesi.
Osservandola notiamo la presenza di un blocco anticiclonico abbracciare gran parte dell’Europa occidentale e una fetta della Scandinavia. Spostiamoci ad est. Le masse d’aria gelida provenienti dalla Russia si avvicineranno gradualmente alla nostra penisola, scivolando lungo la parete orientale del muro altopressorio. Quel che è certo, al momento, è che all’inizio della prossima settimana percepiremo il respiro gelido continentale. Rammentiamo che queste masse d’aria sono molto pesanti e raggiungono il suolo con estrema facilità.
Insomma, farà freddo. Resta da valutare quale percorso intraprenderà il nucleo gelido russo. Alcune proiezioni contemplavano il possibile ingresso nel Mediterraneo, altre indicavano un passaggio sull’Europa centrale e successiva interazione con depressioni atlantiche in graduale sfondamento verso ovest. Difficile dirvi fin da ora quale sarà l’ipotesi prevalente. Per ora limitiamoci ad appurare l’entrata dei primi spifferi gelidi nel corso della prossima settimana.