SFURIATA PERTURBATA Il condizionale è sempre d’obbligo in meteorologia, ma gli ingredienti per un’intensa e rilevante fase perturbata sembrano esserci davvero tutti. Una stretta saccatura, alimentata da masse d’aria artica, si appresta a penetrare sul Mediterraneo Occidentale, con tutte le conseguenze del caso: un affondo così diretto, appena ad ovest dell’Italia, genererà inevitabilmente quel meccanismo tale da favorire lo sviluppo di una profonda ciclogenesi perturbata.
La discesa d’aria fredda artica stimolerà infatti la risalita di masse d’aria ben più umide sub-tropicali (lungo il ramo ascendente della saccatura), che dalla Tunisia e dalla Libia si porteranno verso lo Ionio, in seno ad un probabile minimo barico secondario. Questa fase fortemente instabile prefrontali potrebbe investire con forza nella prima parte della giornata di lunedì le zone ioniche.
La struttura ciclonica chiave sarà quella che si formerà tra il Mar Ligure, la Corsica e l’Alto Tirreno, molto profonda da poter innescare forti venti a componente ciclonica: nel corso di lunedì intense correnti fredde settentrionali interesseranno il Nord con particolare riferimento alle zone esposte (Bora sull’Alto Adriatico e Tramontana in Liguria, sottovento all’Appennino ed alle Alpi Liguri), mentre il Maestrale tenderà ad impattare verso la Sardegna. Correnti in genere occidentali sul resto d’Italia, a parte lo Scirocco intenso tra Ionio e Basso Adriatico: si osservi l’evidente convergenza di masse d’aria in queste zone, a conferma della possibilità d’innesco di condizioni di forte maltempo temporalesco.
Gli ingredienti per una fase di maltempo dalle peculiarità tardo autunnali ci sono davvero tutti: d’altronde, come già sottolineato, l’intera struttura depressionaria si avvarrà del contributo d’aria artica, in seno ad un nucleo piuttosto freddo in quota. Ma vediamo dove quest’aria artica inciderà maggiormente: di sicuro al Nord e in misura più attenuata anche sulle regioni centrali e sulla Sardegna. Le zone maggiormente favorite per nevicate a quote decisamente invernali (attorno agli 800 metri) saranno il comparto alpino orientale e il Nord Appennino, con possibili accumuli corposi sui versanti emiliani per effetto dell’addossamento delle correnti da N/NE. Neve attorno ai 1400-1500 metri comparirà anche sul Gennargentu e sulle aree centrali appenniniche e per queste zone sarà il primo vero episodio nevoso della stagione.