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Per GFS si consolida l’asse perturbato Vortice Polare – falla barica atlantica

di Pierfranco Serra
30 Set 2009 - 12:28
in Senza categoria
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La saccatura polare non riuscirà a sfondare pienamente in area mediterranea a causa del disturbo ciclonico in aperto atlantico. Fonte: www.meteogiornale.it/mappe/gfs.php
La saccatura polare scandinava fa la voce grossa, allungandosi verso il comparto centrale europeo e costringendo l’alta pressione delle Azzorre a defilarsi tra le Isole Britanniche e l’aperto Oceano.

Sicuro elemento di disturbo per l’evoluzione meridiana vorticosa polare è rappresentato dal vortice ciclonico autonomo agente al largo della Penisola Iberica, che imporrebbe verso il comparto mediterraneo e sull’Europa meridionale un trend simil zonale.

Ma il Mare Nostrum non rimarrà impassibile ai primi refoli freddi europei, così in serata avanzerà sulla Sardegna un’ondulazione ciclonica dalle coste nord-africane.

Domani, giovedì, il cavo d’onda in quota della suddetta saccatura nord-europea sfonderà in area mediterranea e sulla nostra Penisola. Pressione in calo e minimo barico al suolo che dalla Sardegna si avvicinerà in serata alle coste del medio e dell’alto Tirreno. Tornano le piogge.

Venerdì, con il cavo d’onda in quota che scivolerà compiutamente sull’Italia peninsulare, assisteremo allo spostamento del vortice ciclonico sulle regioni centro-meridionali, annesse precipitazioni. L’evoluzione ciclonica porterà nuvole e precipitazioni anche sull’alto versante adriatico.

In serata, il minimo depressionario traslerà sul basso settore adriatico.

Sabato, il cavo d’onda della saccatura polare, che incomincia a mostrare il suo volto invernale alle Isole Britanniche (alta pressione dinamica oceanica in ulteriore ritirata), si sposterà in area balcanica, mantenendo altresì condizioni instabili specie sulle Nostre regioni meridionali.

Ma come mai il Mediterraneo non riesce ad essere coinvolto pienamente dall’attività perturbata nord-europea?

La risposta gravita da più giorni sopra le Isole Azzorre, ma in tal caso non si tratta di alta pressione.

E’ il vortice depressionario che abbiamo precedentemente incontrato al largo delle coste portoghesi, non più direttamente alimentato da strutture cicloniche nord-atlantiche, ma capace di sopravvivere indisturbato cibandosi del calore dell’Oceano.

E sabato, la pesante e fredda attività vorticosa polare agente tra le Isole Britanniche e la Penisola Scandinava allungherà la mano verso siffatto vortice ciclonico autonomo atlantico, acclarando un trend simil zonale sull’Europa centro-settentrionale.

Anche se è vero che il Mediterraneo si mostrerà piuttosto vulnerabile e correnti tendenzialmente nord-occidentali in quota sfuggiranno al controllo ciclonico nord-europeo per scivolare sull’Italia. In più, avendo abbassato il suo baricentro, la saccatura polare influenzerà il Nostro comparto alpino occidentale, nubi e qualche precipitazione.

Domenica, non assisteremo a cambiamenti di rilievo per ciò che concerne il quadro barico generale.

Il Vortice Polare, con il suo bagaglio invernale, non ha propulsione meridiana e sfoga così il suo potenziale sul nord Europa. Sempre mano tesa all’azione ciclonica atlantica.

Ma una diminuzione dei geopotenziali sul Nord Italia, a seguito dell’abbassamento del baricentro della saccatura anglo-scandinava, genererà un minimo sottovento sulla Riviera Ligure di Ponente e l’attivarsi di umide correnti di libeccio nei bassi strati. Quindi nubi su alto settore tirrenico e sulle regioni settentrionali, associate a deboli precipitazioni.

Per il resto, ancora una certa instabilità sulle Nostre regioni meridionali, legata al flusso in quota tendenzialmente nord-occidentale.

Quale evoluzione?

Il medio termine secondo il modello americano

Secondo il modello americano in esame, la situazione anche per il medio periodo parrebbe essere poco evolutiva.

Continuerebbe l’asse perturbato Vortice Polare – falla barica atlantica, lasciando la nostra Penisola esposta a rimonte altopressorie di matrice africana o, al più, imponendo correnti in quota prettamente sud-occidentali che interesserebbero il nord-Ovest italico.

Monitoriamo con attenzione.

Il lungo termine secondo il modello americano

Il Vortice Polare continuerebbe a preferire l’Atlantico, per noi alta pressione.

Ma è presto, ci ritorneremo.

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