L’azione depressionaria vorticosa polare agente tra Canada, Isole Britanniche e Penisola Scandinava, continua ad inviare sulla nostra Penisola correnti in quota tendenzialmente nord-occidentali, nonostante un trend simil zonale imposto in aperto Oceano dall’alta pressione delle Azzorre e nonostante l’ostacolo sub-tropicale africano aggrappato alla Penisola Iberica.
Sull’Italia, in questa vigilia di Ferragosto, si avranno ancora manifestazioni temporalesche sul settore alpino (specie su quello nord-orientale) e lungo la dorsale appenninica. Le termiche nella bassa troposfera (1500 metri circa) si attesteranno intorno ai +17°C/+18°C sulla più parte delle regioni italiche.
Nella giornata di domani, Ferragosto, assisteremo ad un’inflessione ciclonica in aperto Atlantico, che andrà ad insidiare le Isole Azzorre e l’Arcipelago di Madeira.
Di conseguenza, assisteremo ad una risposta sub-tropicale africana più ficcante tra la Penisola Iberica e la Francia meridionale.
Sull’Italia, nessun assalto organizzato dell’Africano. Timide correnti atlantiche in quota scivoleranno ancora sulla Penisola, eludendo il piccolo blocco altopressorio sul comparto occidentale mediterraneo. Ancora instabilità quindi, ma dove l’instabilità è notoriamente di casa, come sui rilevi alpini. Qualche cellula temporalesca si potrà formare anche sui rilievi appenninici, specie centrali.
Una giornata ferragostana godibilissima, tanto sole ma senza fastidiosi eccessi caldi.
Domenica, non grandissime variazioni sul tema barico generale da segnalare.
Noteremo un piccolo incremento delle termiche nella bassa troposfera sulla nostra Penisola, in un contesto generale caratterizzato dal bel tempo.
Il flusso atlantico in quota, che ancora tenderà ad influenzare debolmente l’Italia Peninsulare (residua instabilità pomeridiana sull’Arco alpino e sui rilievi appenninici centrali), causa infatti, quasi per inerzia, una lenta dilatazione dell’Africano in area mediterranea.
Lunedì, ancora in balia di una dinamica ciclonica atlantica che andrà a significare l’accensione in gran stile dell’ormai noto forno iberico.
Un’evoluzione barica che ancora ci salva (correnti in quota tendenzialmente più fresche oceaniche sorvolano l’Italia) e che tende a bloccare gradite ingerenze calde da parte dell’anticiclone africano verso la nostra Penisola. Proseguirà l’instabilità sull’arco alpino e, in misura minore, sui rilievi appenninici.
Martedì, tendenziale erezione altopressoria dalle fattezze oceaniche tra la Penisola Scandinava e le Isole Britanniche, come risposta al trend ondulatorio meridiano freddo in aperto Atlantico.
Mentre la Spagna va a fuoco (parliamo di termiche nella bassa troposfera), la nostra Penisola si salva ancora, benché le temperature al suolo prevedano contenuti aumenti. Soliti rovesci sull’arco alpino, in un generale contesto che vede il sole grande protagonista.
Quale evoluzione?
Il medio termine secondo il modello americano
Secondo il modello americano in esame, il proseguo della prossima settimana sarebbe caratterizzato dall’azione della saccatura vorticosa polare in aperto Oceano e da una robusta risposta sub-tropicale africana tra la Penisola Iberica e il Mediterraneo occidentale.
Alta pressione e caldo in graduale ma contenuto aumento sulla nostra Penisola. Ma ecco che, sul finire della prossima settimana, la saccatura atlantica, fomentata da una ripresa pressoria azzorriana in aperto Oceano, spingerebbe per la classica evoluzione a pendolo verso il comparto occidentale europeo e verso l’area mediterranea.
Troppo forte però parrebbe l’opposizione dell’Africano sull’Iberia, che però nulla potrebbe con le correnti atlantiche in quota che nuovamente eluderebbero i suoi confini settentrionali per rinfrescare l’Italia.
Monitoriamo con attenzione.
Il lungo termine secondo il modello americano
Fase confusa, necessitiamo di più elementi.
Ci ritorneremo.