Il grande gelo avuto questo dicembre sull’Europa è per molte zone senza precedenti, ma questa così precoce e prolungata fase rigida non ha potuto mai disporre in realtà del prezioso contributo dell’anticiclone termico asiatico, fino a questo momento piuttosto bloccato sulle proprie posizioni ed assai restio ad esporsi a dei tentativi, persino timidi, d’espansione verso ovest.
Qualcosa potrebbe cambiare nell’immediato futuro: la roccaforte dell’anticiclone asiatico sembra voler spostare il proprio raggio d’azione un po’ più ad ovest verso la Russia, ove potrebbe irrobustirsi e creare le condizioni per maturare assumendo lo status pieno di “anticiclone termico”. Per anticiclone termico intendiamo un’area di alta pressione solo al suolo, associata a condizioni molto rigide, e non alle altezze superiori dell’atmosfera.
Si potrebbero così aprire degli spiragli per l’influenza anticiclonica, almeno indiretta, verso il nostro Continente e la Russia Europea, tramite spinte gelide di matrice continentale. La configurazione barica sul nostro Continente, a cavallo tra la fine e l’inizio del nuovo anno, non sembra però favorire la manovra dell’alta pressione di matrice orientale: dopo un periodo fortemente negativo, l’indice Arctic Oscillation (differenza della pressione fra il Polo Nord e le medie latitudini) si avvierà verso una fase di fisiologica risalita verso valori quasi neutrali ed in questo modo il Vortice Polare si ricompatterà almeno in parte, con il nocciolo europeo posto a più alte latitudini (rispetto a quest’ultimo periodo) tra l’Artico Russo e la parte alta del comparto baltico-scandinavo.