Ci stiamo avvicinando al momento che darà inizio ad una fase alquanto gelida sul continente europeo, e l’Italia farà la sua parte, risultando la meta finale dell’influenza da parte del Vortice Polare.
L’anticiclone atlantico si sta già portando alle alte latitudini artiche, mentre una saccatura si è allungata verso i Balcani portando copiose nevicate sui versanti esteri delle Alpi.
Da domani, l’anticiclone atlantico, spingerà i suoi tentacoli verso il polo, coricandosi lentamente verso nordest, e ad oriente, il rinforzo dell’alta russo-siberiana, sarà una realtà e fondamentale per il successivo sviluppo della situazione.
Il Vortice Polare, sarà costretto già da domani ad allungarsi in questo stretto corridoio tra i due anticicloni, e grazie al movimento dell’alta atlantica che disporrà il suo asse sempre più con baricentro verso nordest, potrà scavare una despressione proprio sul mare nostrum: il modello NOGAPS vede tale vortice posizionarsi sul nostro paese all’altezza delle regioni centrali, per poi traslare verso sud.
Aria di origine artica colpirà tutta l’Europa da ovest verso il centro, e sfocierà nel mare nostrum, apportando un peggioramento del tempo che inizierà dalla domenica sera per maturare lunedì in un marcato peggioramento al centro sud della penisola dove la neve sarà la protagonista a quote basse.
Ma la mossa che darà inizio ad un raffredamento consistente a buona parte del continente europeo, sarà la realizzazione dell’unione tra l’alta atlantica e quella russa, che permetterà l’inserimento di gelide correnti siberiane che percorreranno l’Europa orientale e centrale per poi sfociare verso la nostra penisola.
Ora qui nascono le difficoltà dei modelli: NOGAPS vede una situazione che posiziona la depressione in formazione ed approfondimento, con perno sul centro Italia, quindi freddo maggiore al nord, precipitazioni dall’Emilia verso sud, con sconfinamento anche nelle aree tirreniche a partire dalla Toscana, e l’aria fredda che riesce a sfociare fin sulla penisola iberica, con tutta l’Europa sotto l’egida del freddo e delle correnti settentrionali o nordorientali.
Sarebbe fuori dal gioco almeno all’inizio l’estremo sud, che godrebbe di una certa influenza sudoccidentale, ma gradualmente il minimo di pressione traslerebbe verso il meridione, coinvolgendo tutta l’Italia nella morsa del freddo, ma senza raggiungere records storici.
La fusione dei due anticicloni, durerebbe poco, e una saccatura riuscirebbe ad infiltrarsi tra le due possenti figure da giovedì, riportando le correnti a fluire da settentrione e quindi ritornando maggiormente presente la natura artica rispetto a quella continentale, che scongiurerebbe valori records di temperatura, ma che non eviterebbe la prosecuzione di una fase fredda su tutto il continente, garantendo probabilmente la posizione defilata verso nord della figura anticiclonica atlantica, e permettendo il rinforzo di quella russa, che venerdì ritroveremmo con geopotenziali di tutto rispetto e rinnovati sul comparto nordorientale europeo.
La forza di mantenere le posizioni dei due anticicloni non farebbe che garantire un costante flusso artico che a più riprese sarebbe sostituito da eventuali congiungimenti altopressori che permetterebbe l’inserimento di correnti continentali gelide in grado di alimentare frequenti depressioni mediterranee.