La breve quanto coincisa analisi tenta di analizzare razionalmente l’evoluzione atmosferica prevista per la prossima settimana, allorquando, come detto poco sopra, una nuova goccia fredda si troverebbe a vagare tra la Penisola Iberica, le coste del Nord Africa ed il nostro stivale.
Per cercare di carpirne l’essenza si sono presi in considerazione tutti i principali modelli di previsione a scala globale; dagli americani a quelli europei. Bene, sostanzialmente ne derivano due correnti di pensiero, apparentemente simili ma notevolmente diverse. Sia per quel che concerne il tempo prevedibile sulle nostre regioni nel medio periodo, sia per quel che riguarda il lungo periodo e tutte le possibili varabili ad esso connesso.
Vediamo perché. Dato per certo che attorno al 10 del c.m. avremo l’isolamento di una vasta goccia fredda in quota sul Mediterraneo occidentale, la fazione GFS-NOGAPS propende per un posizionamento della stessa tra le coste del Marocco e quelle della Penisola Iberica occidentale.
Un tipo di evoluzione che relegherebbe le poche nubi in arrivo alla Sardegna, l’estremo Nordovest e parte delle coste tirreniche, senza peraltro apportare fenomeni piovosi di rilievo. Al Sud e sull’Adriatico Centro meridionale si avrebbe invece una risposta stabilizzante mite Nord Africana, mentre sul resto del Nord il connubio alta delle Azzorre-Russo Scandinavo garantirebbe tempo moderatamente stabile e la formazione di nuove nebbie.
Il comparto ECMWF-DWD (e se vogliamo anche il giapponese JMA) propende invece per una localizzazione più occidentale, all’incirca tra le coste Algerine, della Sicilia occidentale e della Sardegna meridionale. In tal caso ecco che si avrebbe un maggiore interessamento nuvoloso su buona parte delle coste tirreniche, del Nordovest e delle Isole maggiori, con sconfinamenti al resto del Sud. Il tutto in un contesto climatico mite governato da correnti Sud orientali apportatrici di precipitazioni nelle zone esposte.
Quest’ultima opzione mette in evidenza un proseguo estremamente interessante e che porterebbe ad un deciso sblocco della configurazione barica dominante da un po’ di tempo. Dopo la formazione del ponte tra l’alta delle Azzorre e quella Russo Scandinava sull’Europa Centrale (elemento comune tra tutti i modelli analizzati) parrebbe riacquisire forza il Vortice Polare sul comparto “Artico orientale”.
Un motore che inibirebbe i vari cicloni atlantici (che dominano la scena da circa un mese penalizzando le nostre regioni con varie rimonte alto pressorie) e che spezzerebbe il ponte anticiclonico suddetto, indebolendo l’alta di blocco ad Est e contemporaneamente enfatizzando una rimonta dinamica dell’azzorriano in direzione delle Isole Britanniche. Il risultato? L’attivazione di fredde correnti Artico marittime verso Sud, con successiva rotazione dai quadranti Nord orientali. L’obbiettivo finale potrebbe essere proprio la nostra Penisola.
Una situazione che tutto sommato depone verso un normale decadimento stagionale e che naturalmente contiamo di seguire passo dopo passo. Anche minimi movimenti potrebbe divenire assai importanti nel delineare scenari differenti anche a poche ore di distanza dal manifestarsi dell’evento.