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La fase attiva della MJO (“Madden Julian Oscillation”) si rinvigorisce transitando sull’anormalmente caldo Oceano Indiano

di Michelangelo Nitti
02 Apr 2005 - 12:53
in Focus Modelli Meteo, modelli meteo
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Analisi della circolazione nord emisferica a 500 hPa by GFS. Fonte: https://grads.iges.org/pix/hemi.fcst.html.
La circolazione nord-emisferica ha subito notevoli modificazioni negli ultimi giorni, in modo particolare dal 18-19 marzo ad oggi.
Nella media troposfera, fino ad una decina di giorni fa, prevaleva una “wave2 pattern”, associata a marcate anomalie positive di geopotenziale estese dal settore centrale del Nord Pacifico al Nord Atlantico e a gran porte del nostro continente, attraverso l’Artico; quest’ultimo era influenzato da frequenti anomalie stratosferiche, anche di notevole intensità.
Dal 21-22 marzo, con la graduale accentuazione dei “forcing” di matrice tropicale correlati all’oscillazione intrastagionale MJO (“Madden Julian Oscillation”), in graduale migrazione verso levante dopo una lunga fase di quasi stazionarietà, ha acquistato vigore l’onda planetaria dell’Asia centrale alimentata anche da “forcing” orografici. Così, per alcuni giorni, è prevalsa una circolazione emisferica a tre grandi onde risonanti (“wave3 pattern”), incoraggiata da un’analoga circolazione nella bassa stratosfera.
Col passare dei giorni l’affievolirsi dell’influenza delle dinamiche stratosferiche, insieme all’avvicendamento stagionale, ha favorito la scomparsa delle persistenti anomalie positive di geopotenziale in sede artica ed una minore propensione allo sviluppo di blocchi nel flusso occidentale in quota.
Di conseguenza, soprattutto a partire dal 30-31 marzo, il flusso alle quote superiori troposferiche è diventato più zonale, con tendenza a sviluppo di un numero sempre maggiore di ondulazioni e riduzione dello “splitting” del “jet stream” polare.

La fase attiva della MJO come previsto, si è rinvigorita rapidamente transitando sull’anormalmente caldo Oceano Indiano. Nel settore centro-orientale di quell’oceano è in atto una notevole intensificazione dell’attività tropicale, con rischio di “landfall” di cicloni tropicali su Madagascar, India meridionale, Sri Lanka, Australia nord-occidentale.
La successiva migrazione della MJO sull’Indonesia, nel breve termine, e sul Pacifico occidentale, nel medio termine, esporrà a rischio di cicloni tropicali l’Australia nord-orientale e le Filippine. Determinerà, inoltre, un’attenuazione del “forcing” tropicale che alimenta l’onda planetaria asiatica a curvatura anticiclonica che si trova ora a contrastare un profondo e vasto vortice polare in moto verso la Siberia centro-occidentale.
Nei prossimi giorni il VP, approfittando della latitanza dell’HP sub-tropicale, riuscirà a conquistare una vasta porzione del continente asiatico. Forti correnti perturbate si svilupperanno sull’Oceano Pacifico per il conflitto, nel settore occidentale di quell’oceano, tra un’intensa alta pressione subtropicale e il vortice freddo asiatico.
Un veloce treno di “onde di Rossby” mobili provenienti dal Pacifico investirà ripetutamente il Nord America, con precipitazioni copiose soprattutto sugli “states” più occidentali per effetto “stau” e sulla “east coast” per la confluenza tra il flusso perturbato occidentale e le correnti calde e umide provenienti dal Golfo del Messico e dall’Atlantico tropicale.

L’area di soppressione dell’attività convettiva, associata alla fase inattiva della MJO, dalla fascia equatoriale americana tende a traslare sull’Atlantico centrale, determinandovi un’attenuazione dell’attività tropicale. In questo momento, comunque, l’attività temporalesca è ancora relativamente elevata, specialmente in prossimità del Brasile settentrionale, a causa della prevalenza d’anomalie termiche oceaniche di segno positivo nella fascia inter-tropicale atlantica.
In questa fase della MJO si osserva una scarsa attività degli anticicloni sub-tropicali in Atlantico, con conseguente “split” del getto polare, favorito dalla scarsa influenza del vortice polare nel comparto atlantico.
L’attenuazione dell’attività bloccante a livello emisferico e la maggiore “zonalità” delle correnti in quota, come sopraccennato, provoca una generale progressione del treno d’onde. Di conseguenza, anche i “blocking” nord-atlantici, particolarmente attivi negli ultimi due mesi, tendono ad avere breve durata e minore intensità.
Il promontorio anticiclonico che dal Nord Atlantico è traslato sull’Europa centro-occidentale, continuerà a muoversi lentamente verso l’Europa Orientale, attenuandosi gradualmente. Questo favorirà, nel medio termine, l’espansione retrograda del vortice freddo in quota della Siberia settentrionale verso l’Atlantico settentrionale, il Nord Europa e parte dell’Europa centrale, con conseguente peggioramento del tempo su gran parte del continente europeo.
Difficilmente si potrà assistere ad un’entrata franca dell’aria fredda nord-atlantica sul “mare nostrum” nel medio-lungo termine. Sull’Italia, ci saranno occasioni a ripetizione per instabilità, anche perturbata, alternata a brevi fasi di bel tempo prodotte dallo sviluppo di effimere alte pressioni sub-tropicali mediterranee di moderata intensità.

Tags: AnalisiAnalisi Modelli
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