L’elemento che ci apprestiamo ad analizzare in questo articolo è il processo prima di indebolimento e poi di demolizione dell’alta pressione termica russa, che ha caratterizzato tutta la seconda parte di gennaio nell’est europeo.
Sotto la spinta di correnti calde in quota, il processo di indebolimento è già iniziato da qualche giorno a cominciare dal settore baltico e russo nord-occidentale e proseguirà anche nei prossimi giorni. Entro tre o quattro giorni, di quell’immensa struttura barica che aveva congelato la Russia, portando a livelli di pressione quasi record, oltre 1050 hPa sul settore centrale della Russia Europea, al di qua degli Urali non rimarrà quasi nulla.
Ma a noi cosa ce ne importa? Potrà chiedersi qualcuno. Ce ne importa, perché se l’Anticiclone Russo non è riuscito come capitato in altre annate a portare la sua aria gelida fino sull’Italia, è stato uno degli elementi che, contrastando il regolare spostamento delle perturbazioni atlantiche da ovest verso est, ha contribuito ad esacerbare il maltempo sul nostro Mediterraneo. Ha infatti rifornito di aria fredda le perturbazioni atlantiche e le ha costrette, ergendosi a impenetrabile muro, a trovare una via più meridionale, in direzione del Mediterraneo.
Ora che l’Anticiclone Russo comincia a ritirarsi, le perturbazioni atlantiche potranno riprendere la loro corsa verso oriente, non vuol dire che in Italia smetterà di piovere, ma solo che le fasi di maltempo dovrebbero presentarsi ad intervalli più o meno regolari, inframmezzate da periodi in cui potrebbe apparire anche un po’ di sole! Come scritto anche nell’articolo delle piogge settimanali, le perturbazioni dovrebbero infatti transitare più velocemente.
La depressione islandese è sempre fortissima, per cui è fuori luogo attendersi un netto miglioramento delle condizioni meteo e un periodo stabile di alta pressione, ma tra il 5 e il 15 febbraio le possibilità per un’attenuazione del maltempo su gran parte d’Italia sembrano esserci, nonché, almeno al Sud, di qualche comparsata più decisa dell’anticiclone subtropicale.
La mappa allegata si riferisce al 10 febbraio, si notino alle latitudini europee meridionali le ondulazioni più lievi legate allo scorrere delle perturbazioni atlantiche.