Nella giornata di ieri, i modelli presentavano notevoli difficoltà ad inquadrare con chiarezza gli sviluppi meteorologici, a seguito dell’affondo della saccatura prevista per questo week-end. Non mancavano infatti delle notevoli difformità fra i due principali modelli, in grado di fornire elaborazioni ad oltre 7 giorni di previsione: le GFS descrivevano ulteriori disturbi derivanti da onde depressionarie di natura nord-atlantica, mentre le ECMWF erano più favorevoli ad una chiusura a riccio della falla ciclonica sul Mediterraneo Centro-Occidentale (chiara genesi di cut-off afro-mediterraneo).
Valutando le mappe odierne, sembra al momento poter avere la meglio questa seconda ipotesi, con i vari modelli matematici (non solo le stesse GFS) che mostrano dei chiari segnali d’allineamento verso l’ipotesi rilanciata dal modello europeo con sede a Reading (ECMWF). Ma vediamo di riepilogare l’evoluzione, facendo un deciso passo indietro e partendo dallo scenario attuale.
Il nostro territorio continua ad essere infatti interessato da infiltrazioni di correnti settentrionali che trascinano impulsi instabili, in quanto il dominio anticiclonico di matrice atlantica si mantiene arroccato troppo ad ovest. Da qui al fine settimana vi saranno importantissimi cambiamenti nello schema barico generale, con l’affondo di un’onda ciclonica diretta verso la Penisola Iberica che farà arretrare ulteriormente verso ovest l’Anticiclone oceanico, in parte proteso verso nord a diretto sostegno della saccatura.
Quest’avvento ciclonico verso la Penisola Iberica richiamerà un flusso di correnti meridionali verso il nostro Paese, apportando masse d’aria calda dall’entroterra nord-africano che porteranno un sensibile rialzo termico, specie al Sud. In breve, avremo l’intervento di una perturbazione nord-africana e poi di una dalle caratteristiche più oceaniche, che porteranno un peggioramento anche piuttosto consistente sul Centro-Nord. Dopo un periodo di latitanza, torneranno pertanto le grandi precipitazioni sul Nord, con nuovi importanti apporti nevosi sui rilievi alpini.
La dorsale anticiclonica sub-tropicale, in elevazione verso la Grecia e la Penisola Balcanica, si opporrà al movimento a pendolo verso est dell’ondulazione ciclonica presente tra Penisola Iberica e Mediterraneo Occidentale. L’ulteriore isolamento dell’area ciclonica sul bacino occidentale del Mediterraneo, per l’inizio della prossima settimana, troverà un’ulteriore causa nell’espansione di un braccio anticiclonico oceanico verso la parte centro-occidentale del Continente Europeo, così da favorire il taglio della sacca ciclonica mediterranea rispetto alla circolazione principale comandata dalla fascia di basse pressioni tra il Nord Atlantico e la Penisola Scandinava.
Gli sviluppi successivi, per le giornate di martedì e mercoledì, appaiono confermate da ambedue i principali modelli di previsione: il perno depressionario afro-mediterraneo, centrato tra Iberia e Baleari, tenderà ad irrobustirsi ed allargare la propria influenza verso la Tunisia e i canali delle due Isole Maggiori, mantenendosi in vita dal contrasto fra l’aria fredda in quota e quella ben più mite ed umida nei bassi strati richiamata dalla Libia.
In base a questi scenari, non si possono certo fare previsioni a così lunga gittata, ma sussistono le condizioni per una prossima settimana dalle caratteristiche piuttosto instabili. L’inizio di Aprile potrebbe risultare mite e piuttosto piovoso soprattutto sulle Isole Maggiori e sulle regioni centro-meridionali, ma naturalmente sarà necessario attendere le reali dinamiche evolutive di questo insidioso cut-off ciclonico intrappolato sul Mediterraneo.