Le ultime elaborazioni modellistiche confermano un mutamento degli scenari meteorologici sul medio periodo: l’anticiclone sembrava in grado di resistere ai nuovi assalti atlantici, invece sembra proprio che sarà costretta a subire un cedimento ed entrare in una fase di crisi. Il ripiegamento dell’anticiclone avverrà sotto la spinta di una saccatura, che dall’Iberia si farà verso strada aggravando la lacuna ciclonica perturbata sul bacino occidentale del Mediterraneo.
Si scaverà così una depressione autonoma piuttosto approfondita, stavolta in grado di penetrare verso est: la rotta sembra ancora una volta piuttosto meridionale e destinata quindi a portare i massimi effetti prima sulle Isole Maggiori per poi sfondare sul resto del Centro-Sud. Le maglie della depressione potrebbero giungere a lambire il Nord, ma con effetti molto più limitati: in genere, chi si attende la neve sulle Alpi rimarrà certamente deluso ed un po’ in tutto il Settentrione rischiano di prevalere scenari secchi.
La nuova figura ciclonica rischia d’essere piuttosto insidiosa, perché l’arretramento dell’anticiclone verso est si porrà comunque come muro rallentando pertanto il decorso perturbato, che rischia pertanto ancora una volta d’accanirsi su talune regioni italiane, nello specifico quelle meridionali. Avremo comunque modo d’entrare meglio nei dettagli nei prossimi aggiornamenti.