Va lentamente ma inesorabilmente colmandosi l’azione perturbata tirrenica per le regioni centro-meridionali italiane, rimanenti briciole della poderosa bordata continentale sulla nostra Penisola.
Domani, un continuo aumento dei geopotenziali in quota e della pressione al suolo, relegherà gli ultimi fenomeni instabili sulle estreme regioni meridionali, probabilmente coinvolte anche le coste orientali sarde. Campana altopressoria che dalle coste settentrionali africane va ad estendersi sino alle coste meridionali della Penisola Scandinava, massimi tra Danimarca e Germania, e azione quasi perpendicolare.
Quasi perpendicolare perché, in realtà, notiamo un’asse d’azione con lieve componente sud-est nord-ovest in virtù dei continui disturbi vorticosi atlantici, più tangibili al momento sulla Penisola Iberica. Disturbi a loro volta collegati a un debole flusso di correnti nord-occidentali nella media troposfera, intenzionato ad erodere pian piano il bordo occidentale dell’alta oceanica in audace trasferta europea.
Il debole cut-off portoghese (ormai chiara struttura barotropica, minimo al suolo e in quota sovrapposti), nella giornata di venerdì, genererà in area mediterranea una rete ondulatoria ciclonica a maglie sempre più larghe che sarà responsabile dell’incentivazione di umide correnti meridionali (sud orientali nella bassa troposfera, deboli sud-occidentali nella media troposfera) dapprima sul comparto occidentale italiano. Probabili fenomeni su coste orientali sarde e su Sicilia meridionale.
Sabato, la risposta meridionale sulla nostra Penisola (perfettamente sciroccali sia 500 hPa, 5500 metri circa, che a 850 hPa, 1500 metri circa, solo sulla Sardegna) all’affondo perturbato iberico, ora alimentato in quota da correnti via via sempre più settentrionali, causerà la propagazione probabile delle piogge anche all’alto Tirreno e alle regioni di Nord-Ovest.
Nella giornata di domenica, le ingerenze atlantiche lasceranno in eredità sul Mediterraneo centro-occidentale uno stato di lacuna barica, sacche di aria fredda in quota saranno responsabili di una certa instabilità su regioni meridionali, Isole Maggiori e alto Tirreno. E poi, come evolverà il tempo?
Il medio termine secondo il modello americano
Lo stato di lacuna barica in cui pare versare il Mediterraneo, continua ad attirare l’attenzione di un fresco flusso di correnti settentrionali in quota.
In tali condizioni vivremo, tra la giornata di lunedì e quella di martedì prossimi, la risalita di un minimo pressorio che dalle coste libiche andrà a posizionarsi in area ionica. Precipitazioni probabili sulle regioni meridionali.
Contemporaneamente, in area atlantica e sull’Europa centro-settentrionale qualcosa si muove. Alta oceanica dinamica in audace propensione settentrionale sin su a sfiorare le propaggini meridionali islandesi, relativa risposta ondulatoria meridiana fredda sin giù verso Francia e Spagna operata dalla immancabile area depressionaria scandinava e umide correnti sud-occidentali sia nella media che nella bassa troposfera sul Nord-Ovest italiano. Precipitazioni probabili.
Ma un rinforzo del flusso zonale sul bordo settentrionale dell’alta oceanica in estensione a Isole Britanniche e coste meridionali scandinave, causerà un taglio fuori del tentativo di Split sull’Europa occidentale con relativa evoluzione a cut-off su Penisola Iberica. Relative condizioni di instabilità mediterranea.
Ma l’alta oceanica va a ergersi troppo a nord, attivando un gelido flusso di correnti artico-marittime giù verso l’Europa orientale e balcanica. E rinforzando il flusso zonale sul suo bordo settentrionale fa evolvere la l’imponente Split Polare in cut-off, innescata una gelida bomba sul comparto orientale europeo. Remake di un film di recente visione?
Il lungo termine secondo il modello americano
Il cut-off verrebbe riagganciato e rialimentato dall’originario flusso Polare, portando anche sulla nostra Penisola condizioni del tempo improntate al freddo e alle precipitazioni. Isoterme assai basse sia nella media che nella bassa troposfera, tutte da riconfermare.
E dopo che il minimo pressorio traghettatore della prima discesa fredda si trasferisce sull’Egeo, ecco un nuovo nucleo gelido nella media troposfera (sino a -40°C alla quota geopotenziale di 500 hpPa) che va a puntare le nostre regioni settentrionali. Alta oceanica impegnata in una nuova azione di sfondamento scandinava.
Ma tutto evolverebbe in freddo cut-off iberico e in perfetta azione retrograda occidentale, cut-off che entrerebbe nelle spire ondulatorie meridionali operanti in pieno atlantico e ritornante perturbata per il Mediterraneo centro-occidentale.
Lungo termine stuzzicato da fredde idee, tutte da riconfermare chiaramente.