Nella giornata di oggi, vigilia di Natale, osserviamo la nostra Penisola sotto un campo di pressioni alte e relativamente livellate. Eppure molte nubi e qua e là qualche pioggia accompagna l’ultima sfrenata corsa al regalo!
Questo poiché un debole flusso di correnti settentrionali nella media troposfera incentiva le condizioni di instabilità da lacuna barica presenti sul comparto mediterraneo centro-occidentale. Un nucleo d’aria fredda poi proveniente dal nord-est europeo (sino a -30°C a 500 hPa, 5500 metri circa, e sino a -5°C a 850 hPa) sta per abbordare il Triveneto e l’alto Adriatico.
Sul resto d’Europa, timida ondulazione meridiana fredda con relativo cavo d’onda sin giù verso le coste settentrionali portoghesi e relativa risposta perturbata frontale sul comparto oceanico del vecchio continente. Evoluzione barica poco evolutiva.
Domani, Natale, l’avvicinarsi della goccia fredda provocherà un vistoso calo delle termiche a 850 hPa (valori sino a -4°C/-2°C su alto Adriatico e Triveneto), mentre nella media troposfera il nocciolo freddo non sfonderà da noi, ma stazionerà con termiche sino a -32°C tra Slovenia e Croazia. Precipitazioni più probabili al Centro-Sud, in prima fila il comparto adriatico.
Nella giornata di mercoledì, Santo Stefano, la goccia fredda andrà lentamente ad indebolirsi sul medio Adriatico: il suo lungimirante tentativo d’azione retrograda occidentale è bloccato da una parziale rimonta dei geopotenziali in quota sul bacino mediterraneo centro-occidentale, instabilità più decisa su regioni centrali e meridionali (Adriatico in pole), più tenue e relativa su Isole Maggiori. Isoterme di circa 0°C nella bassa troposfera scivolano lungo il settore adriatico, grecale moderato.
Giovedì, la musica è destinata a non mutare. L’azione vorticosa Polare tra Islanda e Groenlandia non riesce a svilupparsi per via meridiana, così da coinvolgere in maniera più diretta con la ritornante isobarica sud-occidentale le Isole Britanniche e la Penisola Scandinava. Più a sud infatti, come sul comparto occidentale e centrale europeo, muro anticiclonico oceanico.
Sull’Italia è sempre più debole l’influenza della goccia fredda ormai totalmente indebolitisi sui Paesi dell’ex Iugoslavia. Mentre fresche correnti orientali scivolanti nella bassa troposfera dal bordo meridionale dell’anticiclone oceanico europeo, faranno tracimare termiche di circa 0°C a 850 hPa anche sul settore tirrenico. Debole instabilità su medio adriatico e sulle Isole Maggiori.
Venerdì, si riafferma un palese stato di lacuna barica mediterranea, all’interno della quale sacche di aria in quota più fresche potrebbero causare, soprattutto sulle Isole Maggiori, qualche precipitazione. Il Vortice Polare raccoglie le forze e da vita, sull’Europa settentrionale, a un’azione simil zonale.
Il medio termine secondo il modello americano
Il medio termine parrebbe il festival delle gocce fredde mediterranee.
Il blocco altopressorio a occidente operato dall’alta oceanica, continua a coadiuvare il moderato flusso di correnti settentrionali nella media troposfera in ambito mediterraneo e tenere sempre accesa la fiaccola della lacuna barica.
Nella giornata di domenica, la rediviva goccia balcanica, con nuovo movimento retrogrado ritroverà la via maestra e entrerà dalla porta lasciata socchiusa sul Triveneto. Si tufferà così, ingrandendosi, nel cuore della giornata sul basso Tirreno. Mentre altra goccia fredda con corrispondente minimo al suolo prenderà vigore dinanzi alle coste libiche, instabilità sul Mediterraneo orientale.
Ma ecco che sul finire della domenica, un’altra goccia fredda proveniente dall’Europa orientale, farà il suo ingresso dall’alto adriatico per tuffarsi nella giornata di lunedì sulla Sardegna. Le gocce fredde e la relativa instabilità verranno confinate alle coste libico-egiziane per l’espandersi, in seno al Mediterraneo occidentale, di un nuovo chiaro promontorio anticiclonico oceanico.
Intorno a mercoledì prossimo, alta oceanica in propensione settentrionale inglese con relativa azione ondulatoria meridiana a ferro di cavallo del Vortice Polare su aperto Oceano e sul comparto russo-balcanico. Fresco a 850 hPa tra Tunisia e Egeo per venti nord-orientali sia nella media che nella bassa troposfera. E ancora fenomeni precipitativi.
Il lungo termine secondo il modello americano
Nel lungo termine, pur con le dovute variazioni ad ogni run, viene riproposta la variante atlantica, con basse pressioni ad ovest dell’Europa ed alte pressioni ad est. Una situazione che manca, salvo brevi episodi, ormai da anni.
Per questo aspettiamo ad esprimere commenti, attendendo che il lungo termine diventi medio termine per dare maggiore valore previsionale a quanto ci viene proposto dal modello americano.
Per l’intanto, felice e sereno Natale a tutti i lettori.