Alta pressione sulla nostra Penisola, non una grande novità in questa fase invernale assai poco dinamica.
Mentre dinamica è invece l’alta oceanica sub-tropicale, che con una poderosa erezione va a perdersi nelle terre d’Islanda, regalando tempo stabile e mite sulla più parte centro-occidentale e settentrionale.
Questa particolare evoluzione barica, favorisce risposte ondulatorie meridiane fredde sia in aperto Atlantico, sia sul comparto russo, sull’Est europeo, sin giù verso il comparto mediterraneo orientale. E l’Italia stette a guardare…
Si, è vero, negli ultimi giorni siamo stati interessati da rigide quanto sterili correnti nord-orientali, che almeno ci hanno convinto a ragionare in termini invernali. Qualche fiocco di neve anche a quote collinari sul Centro e sul Sud, ma nessuna azione perturbata degna di tal nome.
Eppure qualcosa si muove, esaminiamo insieme la probabile evoluzione.
L’azione meridiana atlantica di cui sopra, subirà il sempre puntuale taglio ad opera dell’alta oceanica, sempre più padrona di casa, nelle ore centrali di giovedì. Logica conseguenza sarà allora un’evoluzione a cut-off di una profonda area ciclonica a largo delle coste spagnole e marocchine.
Sempre nella giornata di domani incomincerà a scavarsi allora una tenue ansa ciclonica sul Mediterraneo occidentale, un minimo pressorio al suolo incomincerà ad agire tra le coste mediterranee marocchine e quelle algerine e timide correnti sud-orientali nella bassa troposfera incominceranno a soffiare sopra la Sardegna. Un cambio circolatorio in tale sezione del Mare Nostrum dopo giorni di egemonia nord-orientale.
Venerdì, ritroveremo il minimo africano (sia al suolo che in quota) posizionato nei pressi del canale di Sardegna, precipitazioni che interesseranno principalmente la porzione meridionale dell’Isola sarda e le coste meridionali e occidentali della Sicilia.
Le precipitazioni però non riusciranno a sfondare in maniera decisa e risalire la nostra Penisola, sia per una rimonta del campo pressorio in sede mediterranea, dovuto ad un improvviso allungamento del bordo meridionale della cellula altopressoria oceanica (grazie al forcing operato a est dalla esplosiva colata artica della quale parleremo tra poco), sia perché prevarranno più fresche e secche correnti dai quadranti nord-orientali, le quali determineranno una zona di confluenza tra lo Ionio e le coste algero-tunisine.
Così nelle ore serali di sabato gli ultimi episodi instabili abbandoneranno le coste meridionali della Sicilia, mentre già nelle prime ore della giornata un nuovo calo termico approccerà il nord e il versante adriatico. Ritornano prepotenti i venti di grecale.
L’Italia al momento pare essere interessata solo marginalmente dal Generale Inverno, scivolato pian piano dal Mar di Barents giù verso i Balcani. Nelle ore centrali di sabato termiche pazzesche sino a -20°C a 850 hPa tra Russia e Paesi dell’Est, la -10°C si tufferà dritta verso le coste adriatiche facendo il paio con la -5°C che già taglia longitudinalmente la nostra Penisola.
Nelle prime ore di domenica, la -5°C a 850 hPa scollinerà in area tirrenica sino ad abbracciare Sicilia e Sardegna, mentre il comparto adriatico e quello ionico saranno interessati da gelide termiche anche inferiori ai -10°C!
A 500 hPa (5500 metri circa), incredibili termiche sino a -45°C! tra Russia e Balcani e tutto questo gelo scivolerà giù in area turca ed egea, dove si avranno furibonde nevicate e tanta instabilità. L’alta oceanica si piega ma non si spezza, pardon, non si sposta.
Per Noi nuovamente freddo ma tempo generalmente asciutto, possibile qualche fiocco nelle zone maggiormente esposte al flusso di grecale e possibile qualche precipitazione dalle prime ore di domenica sulla Sardegna, zona di confine e di convergenza per masse d’aria di diversa estrazione.
Il medio termine secondo il modello americano
Non grandi modifiche nel medio periodo.
Proseguirà l’egemonia altopressoria oceanica tra mediterraneo e nord Europa, con l’alta che assumerà i connotati di una piramide, con base mediterranea e vertice a metà strada tra le Isole Britanniche e le coste atlantiche scandinave.
Intorno alla metà della prossima settimana, vistoso aumento delle termiche nella bassa troposfera a partire dal Mediterraneo occidentale, risposta calda africana al nuovo affondo perturbato atlantico tra Marocco e Penisola Iberica. Interferenze fresche sull’Adriatico meridionale.
Balza all’occhio il rafforzamento dell’attività vorticosa polare con riaffermazione di un convinto flusso zonale sull’Europa settentrionale.
Il lungo termine secondo il modello americano
Facciamo sempre i conti con il blocco altopressorio atlantico, che ci fa propendere per un attenta valutazione in merito a ipotetici affondi freddi nord europei in area mediterranea.
Ai prossimi aggiornamenti quindi.