Ormai ci siamo. Ancora poche ore e il pesante carico di aria artica parzialmente continentalizzata, farà il suo pieno ingresso in area italica e in ambito mediterraneo.
Un’imponente erezione altopressoria oceanica sin su verso la Lapponia con asse sudovest-nord est, ha permesso che l’imponente discesa fredda che da più giorni monitoriamo, seguisse la via migliore per coinvolgere tutta la nostra Penisola.
Attualmente infatti il grosso dello split polare preme per fare il suo ingresso dalla porta gentilmente lasciata socchiusa sull’alto Adriatico e si tufferà con una parziale azione retrograda occidentale nel cuore del Mediterraneo. Con la sua forma cilindrica allungata, lo split ormai divenuto goccia, piegherà nella giornata di domani sul nostro Paese con asse nord est-sud ovest dando inizio ad una situazione marcatamente instabile.
Termiche leggermente ridimensionate sia a 500 hPa (5500 metri circa) che a 850 hPa (1500 metri circa) dall’ultimo run del modello americano che esaminiamo, ma gli effetti dovrebbero essere comunque di assoluto rilievo per questa terza decade di ottobre.
Da stanotte l’isoterma di -30°C a 500 hPa si tufferà su di noi raggiungendo nella mattina di domani alto Tirreno e Corsica. Non riuscirà a conquistare terreno e si ritrarrà sul nord-est italico, mentre la -25°C riuscirà tenacemente ad abbracciare tutta la Sardegna. E qui vorrei porre l’accento sulla probabile costituzione di una forte ciclogenesi e conseguente forte fase si maltempo sul Tirreno meridionale.
Infatti le correnti a getto nella media troposfera, faranno in un primo momento il loro ingresso nel Mediterraneo dalla bocca del Rodano, facendo il paio con correnti che nella bassa troposfera su medio e basso tirreno si manterranno nord-orientali. Come detto allora, nella notte tra sabato e domenica formazione di un minimo pressorio tra le coste tirreniche sarde e la Sicilia e conseguente forte fase di maltempo per le regioni centrali e meridionali italiane.
Le termiche a 850 hPa saranno assolutamente invernali, ma leggermente più alte rispetto alle attese precedenti. In ambito Mediterraneo tra la notte di sabato e la giornata di lunedì la -1°C su quasi tutto il territorio sardo, con punte di -2°C sulla parte nord-orientale dell’isola. Sull’Italia, valori di -3°C/-4°C su Appennino e settore adriatico centro-settentrionale tra sabato e domenica, con termiche in ripresa nella giornata di lunedì a partire dal basso medio adriatico, per lo spostamento della bassa pressione tra Ionio e basso adriatico con conseguente ritornante meridionale più mite del getto polare.
Solo la Sicilia e le regioni più meridionali dello stivale saranno mitigate da una ritornante meridionale della corrente a getto di cui sopra, frutto di una particolare configurazione barica che si creerà sul nostro Paese. Termiche a 850 hPa comprese tra +4°C e +6°C allora. Attese tra l’altro sull’isola forti precipitazioni, frutto di questi grandi contrasti. Possibili rovesci nevosi sino a quote di media collina invece lungo il versante Adriatico centro settentrionale e zone appenniniche prospicienti. Sulla Sardegna probabili sorprese bianche anche sotto i 1000 metri di quota.
Come evolverà il tempo nel medio termine secondo il modello americano?
La poderosa goccia fredda risalirà pian piano l’Adriatico indebolendosi, sino a portarsi per la giornata di giovedì prossimo in prossimità delle regioni alpine italiane, svizzere e tedesche. Posizione assolutamente strategica che manterrà condizioni instabili su buona parte dell’Europa centrale e orientale, lacuna barica europea.
Goccia fredda che mantiene un suo cuore gelido di -25°c a 500 hPa, e che sarà bloccata da una forte azione di blocco dell’alta pressione oceanica in propensione scandinava in stretta collaborazione con l’alta pressione russo-balcanica.
Vistasi bloccata ad ovest da un chiaro rinforzo pressorio, ecco che l’indebolita goccia potrebbe tornare su suoi passi, ripercorrendo l’Italia da nord a sud e regalando soprattutto alle regioni centro meridionali, una nuova fase piovosa. Instabilità anche in area balcanica.
Cosa ci aspetta per il lungo termine secondo il modello americano?
Una prima fase del lungo termine non proprio limpidissima, difficilmente inquadrabile, in cui si evincerebbe l’azione di due distinti masse di aria fredda in quota su Europa occidentale e orientale con relativa instabilità a seguito e un’azione finalmente più occidentale anche su di noi causata dall’avvicinamento sulla Penisola Iberica di un cut-off dal vortice groenlandese.
Ma dalla fine del mese si potrebbero aprire nuovi e più interessanti scenari.
Alta oceanica dinamica in forte risalita su Islanda e Groenlandia, causerà due poderosi affondi meridiani a tenaglia, che tenteranno di unirsi in pieno oceano Atlantico, a largo delle coste francesi.
Unione che durerà poco però, poiché l’affondo atlantico evolverà a cut-off verso le coste portoghesi, mentre la poderosa colata artica che bloccherà la sua massima parte freddala di là delle Alpi, raccoglierà le sue forze e con un’azione a pendolo, attiverà su di noi piovose correnti sud-occidentali con relativa ciclogenesi sul Mar Ligure.
Ma ricordiamo che è lungo termine, riverificheremo il tutto.