Ennesima ondulazione meridiana fredda in area mediterranea e sulla nostra Penisola, la vivacità del Vortice Polare non si placa.
Le fredde isoterme che vanno a pescare sin giù verso l’entroterra algero-tunisino (sino a -30°C nella media troposfera, 5500 metri circa), innescano la risalita dal Golfo di Gabes verso lo Ionio di un insidioso minimo barico con corrispondenza in quota, consistente richiamo d’aria più mite e forti contrasti in gioco. Il maltempo si trasferisce al Sud.
Domani, mercoledì, l’evoluzione pendolare dell’ondulazione meridiana fredda vorticosa polare, isolerà i maggiori contrasti termici proprio sul comparto ionico (forti correnti tendenzialmente nord-occidentali tra la Sardegna e il comparto tirrenico centro-meridionale). Forti precipitazioni specie tra Sicilia ionica, Calabria, Basilicata ionica e Puglia, ma evoluzione ciclonica che non risparmierà le regioni centrali peninsulari.
Nel suo cammino orientale, l’ondulazione meridiana fredda perderà invero consistenza, il freddo in quota risulterà attenuato. Nella bassa troposfera (1500 metri circa), termiche tra -1°C/-4°C al Nord, -1°C in Sardegna. Anche +10°C invece sulla Puglia meridionale.
Nella media troposfera, nelle prime ore di mercoledì, la -30°C si ritirerà velocemente dalle regioni settentrionali. A seguire, aumento delle termiche.
Giovedì, dalla tarda mattina, il tempo andrà lentamente ristabilendosi anche sulle regioni meridionali.
Questo poiché il minimo di cui sopra, verrà riassorbito in area balcanica dalla ragnatela vorticosa polare che mostra ora un’impronta tendenzialmente zonale (perno barico centrato sulla Scozia), con l’alta pressione dinamica oceanica che si spancerà in pieno atlantico.
Umide correnti occidentali affluiscono sulla nostra Penisola. Nubi e precipitazioni principalmente sul comparto tirrenico, la neve al Nord-Ovest sui rilievi alpini attorno ai 1000 metri.
Venerdì, la saccatura nord-atlantica abbasserà il tiro tentando di giungere con la sua trama isobarica sino alle Nostre regioni centrali.
Precipitazioni tra la Sardegna, comparto tirrenico e aree interne peninsulari centro-meridionali. La neve nel corso della giornata salirà di quota, cadrà tendenzialmente al di sopra dei 1500 metri. Al Nord nubi meno compatte, locali precipitazioni specie sul settore orientale. La neve intorno ai mille metri sulle Alpi.
Sabato, dopo un primo timido tentativo della saccaura nord-europea di portare la sua azione a nord delle Alpi, grazie ad una nuova gobba anticiclonica prossima alle Isole Britanniche, calerà un nuovo cavo d’onda ad abbracciare la quasi totalità della nostra Penisola, minimo barico sul Mar Ligure.
Umide correnti sud-occidentali e un tappeto di nudi che interesserà la più parte delle regioni italiche, ma con le piogge che interesseranno maggiormente il Nord e le aree tirreniche. Fase tiepida.
Quale evoluzione?
Il medio termine secondo il modello americano
Il minimo ligure di cui sopra, potrebbe evolvere velocemente il area ciclonica centro-italica, che fungerebbe da calamità attirando con più decisione sulla Penisola aria di origine artica parzialmente continentalizzata.
Forti venti di tramontana e di grecale ci farebbero nuovamente piombare in pieno inverno, la neve cadrebbe a basse quote specie sul versante adriatico, grazie all’evoluzione ellenica del minimo barico.
E a metà settimana prossima circa, probabile nuova fase ciclonica italica, alimentata da nuova aria assai fredda di origine artica.
Ma attenzione alle bizze dell’alta pressione dinamica oceanica, assai guardinga sul comparto occidentale italico. Sarà così permissiva?
Il lungo termine secondo il modello americano
Ancora freddo e maltempo sulla Penisola, la catena ondulatoria meridiana fredda parrebbe non avere termine.
Ma è prematuro, ci ritorneremo.