Non c’è ancora nessuna tregua all’ondata di calda che attanaglia tutto il Paese, provocata dal lungo radicamento di un cuneo anticiclonico di matrice sub-tropicale sul Mediterraneo Centrale. La persistente presenza anticiclonica viene incentivata da una serie d’affondi depressionari diretti sull’Atlantico Portoghese ed, in questo frangente, da una bolla ciclonica posizionata sulla Penisola Iberica.
Questa configurazione barica è rimasta pressoché la stessa durante la settimana appena trascorsa e per tale motivo si è avuto il costante afflusso di masse d’aria calda in quota d’origine nord-africana: queste correnti meridionali, coadiuvate dalla forte struttura altopressoria a tutte le quote, si sono propagate nei bassi strati accentuando quest’anomala ondata di caldo, la cui intensità e persistenza la pone fra gli episodi estremi di caldo più rilevanti, in senso assoluto, del mese di Maggio.
Proiettandoci nell’analisi delle mappe fornite dal modello ECMWF, dobbiamo badare con attenzione al nocciolo ciclonico d’aria fresca ed instabile centrato sulla Penisola Iberica. Quest’apporto ciclonico sarà infatti presto agganciato dal flusso atlantico legato alla Depressione Islandese e l’onda ciclonica avrà più spinta per determinare lo spostamento verso est della bolla calda anticiclonica, ormai da diversi giorni arroccata sul cuore del Mediterraneo.
Nella giornata di mercoledì l’ondulazione ciclonica, a sua volta ulteriormente sospinta verso est dall’Alta Pressione delle Azzorre, dovrebbe riuscire a penetrare in parte verso l’Italia, con un progressivo peggioramento ad iniziare dalle regioni settentrionali. L’elemento di maggior rilievo sarà costituito dalla importante flessione termica, che entro metà settimana coinvolgerà anche il Meridione, con il cuneo anticiclonico sub-tropicale ridimensionato alle latitudini ad esso più consone.
Vi sono pochi dubbi su quest’evoluzione sul breve termine, che dunque dovrebbe alleviare l’eccezionalità dell’ondata di caldo degli ultimi giorni e restituire un po’ di normalità dal punto di vista termica. Un po’ più complessa appare invece l’evoluzione successiva (seconda parte della settimana), che molto dipenderà dalle mosse dell’Anticiclone delle Azzorre, ancora non molto facili da inquadrare raffrontando i vari modelli di previsione.
In base a quanto delineato dal modello con sede a Reading, la svolta d’aria più fresca potrebbe avere ulteriori ripercussioni e non limitarsi ad un singolo breve episodio seguito da una nuova fase di tipo decisamente estivo. L’Alta Pressione delle Azzorre dovrebbe infatti strutturare la sua colonna portante sui meridiani centrali europei, ponendo i massimi barici al suolo sulle Isole Britanniche.
L’Italia potrebbe così venirsi a trovare coinvolta dal flusso fresco settentrionale in discesa sul bordo orientale della struttura anticiclonica. Nella parte conclusiva della settimana un impulso ciclonico d’aria molto fresca, proveniente dalla Penisola Scandinava, potrebbe approssimarsi verso l’Arco Alpino determinando un’influenza fresca ed instabile, in particolare sul Centro-Nord. L’isolamento di questo nocciolo depressionario in loco, tra l’Europa Centrale e la Regione Alpina, potrebbe perdurare fino all’inizio della prossima settimana, favorito nel contempo dalla migrazione dei massimi anticiclonici sulla Penisola Scandinava.
Non mancano quindi le insidie per quanto concerne l’evoluzione meteo sul medio-lungo periodo, nell’ambito di una situazione palesemente ingarbugliata. Nel caso venisse a realizzarsi l’ipotesi prospettata dal modello europeo, ad inizio settimana si avrebbe anche il contestuale indebolimento dell’influenza anticiclonica sul comparto occidentale europeo, ove si potrebbe farsi strada un nuovo affondo ciclonico atlantico. Ecco che una simile dinamica potrebbe tornare a favorire la risalita del cuneo di alta pressione dal Nord Africa, ma le varie ipotesi dei modelli appaiono ancora poco coerenti fra loro per stabilire se il ponte del 2 Giugno potrebbe coincidere con una nuova espansione anticiclonica associata all’afflusso d’aria calda.