CHE VENTO Il raggio d’azione della profonda area vorticosa, con perno sulla Scandinava, si sta espandendo verso sud. Una prima perturbazione si è quindi addossata alle Alpi, seguiranno altri impulsi che favoriranno l’approfondimento di depressioni orografiche sui mari italiani. In particolare l’impulso perturbato atteso il 5 gennaio, a seguito dell’ulteriore sprofondamento a sud della saccatura scandinava, sarà seguito da una massa d’aria decisamente più fredda d’estrazione artico-marittima, che determinerà così l’approfondimento di un minimo di pressione al Nord in successivo rapido scivolamento lungo l’Adriatico.
Questa situazione molto dinamica vedrà poco più ad ovest l’opposizione inflessibile di un muro anticiclonico ed è proprio il contrasto ravvicinato fra le due figure bariche che innescherà venti violentissimi e l’Italia si troverà proprio nel mezzo di queste correnti molto intense. Le Alpi non saranno poi in grado di riparare più di tanto, anche perché il vento le valicherà con facilità (trattandosi di masse d’aria dallo spessore verticale elevato) accrescendosi ulteriormente d’intensità discendendo sui pendii e sulle valli. Anche il vento di Maestrale si esalterà fuoriuscendo dalle Valle del Rodano e dirigendosi a folle velocità verso Corsica e Sardegna.
Vediamo quindi il dettaglio: la sfuriata di vento comincerà ad assumere connotati notevoli a partire dalle ore centrali del 5 gennaio e sarà nella sera-notte sull’Epifania che si prevede il picco. Prima ponente e poi maestrale violentissimo su tutti i mari di ponente, con picchi d’intensità maggiori in prossimità della Sardegna dove si potrebbero facilmente superare raffiche di 100 km/h, ma potranno essere ben più forti le raffiche nei crinali montuosi, specie alpini. Nel corso del 6 gennaio i venti ruoteranno sempre più da Tramontana rinforzando diffusamente fino a burrasca su gran parte dei bacini del Sud Peninsulare e sulla Sicilia tirrenica.
Naturalmente con questa situazione, nella quale il vento picchierà molto forte per ben 36-48 ore, sussiste il pericolo di mareggiate particolarmente violente che arrecheranno sicuramente disagi nei collegamenti marittimi. Con l’ausilio del nostro nuovo modello incentrato sulle condizioni del mare, ecco che le mareggiate più violente potrebbero andare a colpire in una prima fase (ore centrali del 5 gennaio) le coste toscane e localmente l’estrema parte orientale della Riviera di Levante, quando i venti saranno di direzione occidentale, mentre in seguito il mare più proibitivo riguarderà le coste esposte occidentali di Corsica e Sardena: poco al largo l’altezza delle onde potrebbe superare i 6-7 metri, in quella che si annuncia come una tempesta ancor più violenta di quella di fine anno.