Il centro di calcolo di Reading, a giorni alterni, propone delle promettenti configurazioni sul lungo termine, potenzialmente in grado di mettere in crisi il muro anticiclonico che ha messo radici ormai da tempo sul cuore del Mediterraneo Centrale e parte del Vecchio Continente, costringendo le perturbazioni atlantiche a rifugiarsi verso le alte latitudini.
Queste speranze di modifica della circolazione vengono poi smentite alla prova dei fatti, ma è un periodo che un po’ tutti i modelli di previsione mostrano delle linee di tendenza piuttosto ingarbugliate sul medio-lungo periodo. Il prestigioso centro europeo è spesso precursore dei cambiamenti, piccoli o grandi, talvolta da interpretare in quello che è lo schema configurativo generale, data la scarsa fruttuosità di analisi sul particolare per quanto concerne tali tendenze previsionali ad oltre 5-6 giorni. Non è quindi da trascurare questo vigoroso cambio di tendenza intravisto sul lungo termine, cercando di capire le effettività probabilità di realizzazione.
L’attuale scenario resta sempre dominato da un campo di Alta Pressione che, seppure leggermente indebolito rispetto ai giorni scorsi, prosegue la sua sistematica azione distruttiva nei confronti dei tentativi perturbati atlantici che si pongono all’orizzonte. Una sorta di palude barica si è venuta a creare sul Mediterraneo, ove la circolazione è assai fiacca con aria relativamente calda in quota che non permette contrasti termici.
Una maggiore vivacità è attesa per questo fine settimana, complice l’ulteriore parziale afflosciamento del campo di Alta Pressione, che determinerà l’intrusione di un flusso zonale oceanico leggermente ondulatorio, contraddistinto da aria più fresca in quota, ma un ricambio di masse d’aria giungerà nei bassi strati. Le vere perturbazioni si abbasseranno ulteriormente di latitudine, giungendo a lambire l’Arco Alpino: la coda di uno di questi fronti tenderà a scivolare lungo l’Adriatico tra Venerdì 17 e Sabato 18, avviando quel parziale cambiamento rispetto all’attuale piattume generale.
Il campo di Alta Pressione sarà solamente scalfito, ma non certo sconfitto e l’isolamento di un’ennesima goccia fredda tra Penisola Iberica e Marocco risolleverà le sorti della stessa struttura altopressoria, la quale ad inizio settimana subirà un nuovo rinforzo, supportata da relativo cuneo a matrice sub-tropicale, confinando il flusso perturbato oceanico sull’Europa Centro-Settentrionale.
Nel cuore della prossima settimana un generale rinforzo dell’Alta Pressione oceanica ad ovest dell’Europa, in rimonta in Aperto Atlantico fin sull’Islanda, allenterà la forza del flusso oceanico, il quale inizierà a mostrare una maggiore ondulazione: una saccatura, con perno sulla Penisola Scandinava, inizierà ad approfondirsi verso sud facendosi strada verso l’Europa Occidentale.
Quale traiettoria intraprenderà tale saccatura? Il modello di Reading individua una traiettoria diretta sul nostro Paese tra i giorni 24 e 25 Ottobre, in quanto le dinamiche della cellula anticiclonica oceanica favorirebbero l’isolamento sul Mediterraneo Centrale del corposo nucleo depressionario, a seguito dello strappo con la circolazione principale, causato dalla stessa rimonta altopressoria verso il Centro Europa.
Una diversa soluzione è proposta dal modello americano, secondo cui il nucleo secondario depressionario cadrebbe ancora una volta nel reticolo della Penisola Iberica, ennesima dinamica che non solo non piegherebbe il dominio anticiclonico sui mari italiani, ma ne darebbe maggior respiro.
Questa seconda soluzione potrebbe apparire teoricamente più verosimile, considerato che, in questa lunga parentesi di Ottobre, a parte eccezioni, le sortite meridiane della circolazioni perturbate oceaniche sono state sistematicamente “aspirate” ad ovest della nostra Penisola. Prima o poi dovrà giungere il momento in cui la stagione autunnale mostri il suo volto anche su di noi, piuttosto che questa coda dal sapore tardo-estivo, dopo che il mese di Settembre aveva affrettato il cambio stagionale, almeno da un punto di vista squisitamente termico.