La prima decade di Dicembre si annuncia caratterizzata da frequenti situazioni di instabilità e maltempo, seppure non sono attesi fenomeni estremi come quelli avuti in questi ultimi giorni, fra burrasche di vento, nubifragi, grandinate, nevicate ed acqua alta da record sulla città di Venezia.
Il raffronto dei modelli matematici non concede molte vie di scampo e dobbiamo rassegnarci ad un andamento meteo piuttosto schizofrenico con i campi anticiclonici ben alla larga dalle nostre regioni. I movimenti dell’alta pressione oceanica saranno anzi determinanti sulla probabile evoluzione del fine settimana, quando potranno essere necessari cappotti ed abiti più pesanti anche sulle regioni centro-meridionali.
Le elaborazioni modellistiche del modello europeo con sede a Reading appaiono eloquenti e mostrano come, nella fase centrale della settimana, si avrà una maggiore ingerenza ciclonica sulle regioni meridionali, che in questi ultimi giorni sono invece state risparmiate dal maltempo: nella notte fra Mercoledì e Giovedì è atteso un minimo barico di 995 hPa sul Mar Ionio, il quale potrebbe generare importanti temporali lungo i versanti ionici delle estreme regioni meridionali, in particolare sulla Puglia.
Questa depressione secondaria sarà direttamente collegata al vortice ciclonico principale, posizionato tra l’Islanda e la Gran Bretagna. Tale vortice riuscirà a tamponare ogni tentativo di rimonta anticiclonica verso l’Europa Sud-Occidentale ed il Mediterraneo, convogliando una nuova perturbazione nella giornata di Venerdì 5 Dicembre verso l’Italia. Le correnti occidentali associate all’ennesima perturbazione porteranno i fenomeni più consistenti lungo i versanti tirrenici.
Ulteriori importanti novità si profilano per la fase finale della settimana: l’alta pressione oceanica risalirà di latitudine ergendosi lungo i meridiani fin verso l’Islanda, determinando l’affondo meridiano di una nuova saccatura fredda verso l’Europa Centro-Occidentale ed il Mediterraneo Centrale, ove andrà a generarsi un vortice di bassa pressione con instabilità e maltempo sulle nostre regioni, alimentato dalla discesa d’aria polare marittima dal Mar di Norvegia in scorrimento sul bordo occidentale della saccatura.
La rotazione oraria della figura anticiclonica, in graduale espansione verso le coste occidentali europee, farà in modo che l’asse della saccatura si posizioni nel pieno del nostro Paese proprio in corrispondenza del Lunedì festivo dell’Immacolata, quando si potrebbe avere l’apice dell’instabilità e del freddo al Centro-Sud con nevicate fino a quote medio-basse sui rilievi appenninici per l’intrusione delle correnti fredde artiche dalla Valle del Rodano; l’aria più fredda sarà successivamente richiamata anche dalle zone balcaniche, con lo spostamento del minimo barico verso sud.
Nessun significativo miglioramento si profila sul lungo termine, secondo le attuali emissioni del modello ECMWF: l’Alta Pressione oceanica non riuscirà infatti a coricarsi sui paralleli verso il Mediterraneo, senza pertanto impedire nuove incursioni fredde e perturbate del vortice ciclonico tra l’Islanda ed il Mare di Norvegia. L’evoluzione a 9-10 giorni risulterebbe marcatamente fredda e perturbata, per l’isolamento di un consistente vortice freddo su tutta l’Europa Centro-Meridionale, compreso il Mediterraneo Centro-Occidentale.
Questa tendenza per la prossima settimana, relativa al periodo immediatamente successivo all’Immacolata, necessita d’ampie conferme, ma sarebbe l’ennesima conferma di una prima parte di Dicembre decisamente contrassegnata da condizioni piuttosto incerte e fredde, nell’ambito di un anticipo invernale improvvisamente giunto durante l’ultima decade di Novembre.