Ora, ne siamo certi, qualcuno storcerà il naso ritenendo il presente una sorta di “specchietto per le allodole” atto esclusivamente ad attrarre lettori. Ma se quel qualcuno si prendesse la briga di dare uno sguardo alle proiezioni modellistiche ad ampio raggio, si renderebbe conto da sé che l’ipotesi “retrogressione” non è campata in aria. Ad avvalorare la tesi è la sostanziale concordanza tra due dei più autorevoli modelli di previsione: l’americano GFS e l’Europeo ECMWF. Pur con dinamiche leggermente differenti, ipotizzano l’arrivo di un nucleo piuttosto freddo dai Balcani.
La prima immagine che vi mostriamo è del modello europeo, che rispetto all’americano anticiperebbe di circa 48 ore l’eventuale retrogressione.
Siamo al 21 dicembre e si evince come l’ampia circolazione d’aria fredda abbia raggiunto le regioni centro meridionali. E’ quella che in gergo viene definita “circolazione secondaria” e che se confermata riporterebbe un po’ d’inverno anche alle nostre latitudini.
Proseguiamo l’analisi mostrandovi la mappa GFS relativa alla mezzanotte del 23 dicembre.
Due gli elementi che differenziano le due “visioni modellistiche”: traiettoria ed estensione del nucleo freddo. L’americano propone difatti un rientro più a nord ed una superficie ben più contenuta dell’area ciclonica. Ciò non toglie che anche in questo caso andrebbero a manifestarsi dinamiche prettamente invernali. E proprio a ridosso della Vigilia Natalizia.
Ovviamente ci teniamo a sottolineare, con forza, che quella proposta è una semplice analisi modellistica sulla base delle ultime emissioni disponibili. E trattandosi di long range, è probabile che tale ipotesi venga addirittura cancellata. Ma sulla base di alcuni importanti pattern climatici, l’unica variante ad un Vortice Polare “Strong” sembra proprio indicare eventuali rientri freddi da est. Vedremo.